Dalle alleanze educative al tracciare nuove rotte progettuali: la formazione nazionale dell’Università di Bologna

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Alla luce dei bisogni formativi emersi durante il primo anno di formazione, durante la seconda annualità, il lavoro dell’Università di Bologna si è concretizzato su tre assi principali:

1) in primo luogo, sono state riprese le tematiche emerse nelle formazioni precedenti e sono state lette e analizzate insieme a educatrici ed insegnati in un’ottica inclusiva orientata ad accrescere la qualità dell’offerta educativa;

2)in secondo luogo, sono stati ripresi i bisogni formativi in relazione ai tre pilastri fondamentali del sistema integrato: l’accessibilità, la partecipazione delle famiglie e continuità orizzontale e verticale, intrecciando le prassi educative quotidiane con le indicazioni presenti sui documenti nazionali ed internazionali rivolti allo 0-6;

3) sono state organizzate attività di formazione partecipata capaci di supportare lo scambio di expertise, vissuti e competenze tra educatrici ed insegnanti (focus group, story telling, World cafe). Attraverso questo lavoro, abbiamo cercato di valorizzare e sopportare le progettualità già esistenti e che hanno funzionato, cercando di mettere in evidenza i punti di forza e abbiamo individuato possibili micro-sperimentazioni (merende tra nido e infanzia, visite reciproche, artefatto di continuità, momenti di confronto professionale…) da implementare e documentare durante l’ultimo anno di progetto.

Ciò che è emerso è una grande volontà da parte di educatrici ed insegnati di costruire terreni di prassi condivise per migliorare concretamente la qualità dell’offerta educativa rivolta a bambini e famiglie. Inoltre, educatrici ed insegnanti hanno sottolineato a più riprese il bisogno di strumenti e strategie a supporto del lavoro quotidiano: individuare nuclei fragili, creare ambienti di qualità per i bambini a partire dagli spazi e dai materiali, documentare, lavorare sulle dinamiche di gruppo e sul “come” coinvolgere le colleghe meno attive…)

Inoltre, grande importanza è stata attribuita alla necessità di uno spazio e di un tempo  formativo, dove far sedimentare e consolidare le conoscenze e le competenze di ognuno. Avendo incontrato professioniste molto motivate, l’obiettivo del nostro lavoro, durante il terzo anno di progetto, sarà quello di guidare ed accompagnare i processi di documentazione e le micro-progettazioni sulla continuità educativa per fare in modo che vengano sistematizzate e possano rappresentare un’insieme di buone prassi volte a supportare il lavoro quotidiano e a rendere i servizi educativi 0-6 dei territori coinvolti maggiormente accessibili per bambini e famiglie.

Articolo a cura di Chiara Dalledonne Vandini,  ricercatrice rtd/a e docente del corso “elementi di didattica innovativa per la scuola e l’extrascuola presso L’Università di Bologna – Dipartimento di Scienze Dell’Educazione “Giovanni Maria Bertin”.

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