SPORTELLO D’ASCOLTO…Online!

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In questi mesi di chiusura delle scuole a seguito del DPCM del 09.03.2020, purtroppo gran parte delle nostre attività del progetto G.O.A.L.S. ha subito delle interruzioni.

Tuttavia, grazie alla costante collaborazione con l’impresa sociale “Con i Bambini”, abbiamo fin da subito potuto riorganizzare alcune delle nostre attività con servizi a distanza per continuare a supportare la nostra comunità, le famiglie e tutti i minori coinvolti.

La prima richiesta di supporto è arrivata alle nostre psicologhe degli sportelli d’ascolto.  Il blocco repentino delle scuole e di tutte le attività in presenza ha disorientato i ragazzi le loro famiglie; questo li ha costretti a riorganizzarsi e cercare un nuovo equilibrio familiare. Purtroppo, soprattutto nelle situazioni di maggiore fragilità, le difficoltà sono aumentate e le richieste di supporto, hanno avuto un crescendo significativo.

Pertanto, ciascun territorio, in base alle esigenze raccolte, si è organizzato in modo da poter garantire un sostegno a tutti i ragazzi e alle loro famiglie.

Nel territorio di Macerata, nonostante la repentina attivazione del Servizio on line a disposizione per colloqui di sostegno per problematiche legate alle possibili problematiche psicologiche relative alla situazione di emergenza che viviamo, le richieste ad aprile sono state soltanto due.Per quanto riguarda i ragazzi, questo è dovuto soprattutto alla loro difficoltà di trovare uno spazio in casa dove potersi sentire liberi di parlare senza essere ascoltati da tutto il resto della famiglia, mentre per i genitori dall’impossibilità di ricavarsi del tempo da dedicare a sè stessi tra smartworking, scuola dei figli e casa da custodire.Un’altra problematica che abbiamo rilevato, anche se in misura minore ma non da sottovalutare, è la mancanza di strumenti tecnologici per consentire a tutti i membri della famiglia di lavorare da casa contemporaneamente: sono tante infatti le famiglie che si sono trovate a condividere computer, tablet e smartphone tra scuola dei figli e smartworking dei genitori. La situazione è parsa subito diversa invece dal mese di maggio. A Macerata in pochi giorni sono state sei le richieste di aiuto che ci sono arrivate da ragazzi e genitori. La maggior parte dei genitori ha presentato una forte preoccupazione per i figli adolescenti che, in questo periodo di forte isolamento sociale, si sono trovati ancora più soli e hanno mostrato una forte chiusura in sè stessi. Altri genitori invece hanno colto questo tempo di lockdown come un’occasione per chiedere aiuto riguardo a problematiche già presenti nella gestione dei figli prima dell’emergenza.  Continuano ad essere pochi invece i ragazzi che decidono spontaneamente di usufruire del servizio di sportello online, probabilmente per le difficoltà dello scorso mese connesse alla loro privacy in casa. I pochi ragazzi che abbiamo ricevuto in questa prima parte del mese di maggio infatti, sono ragazzi coinvolti dai genitori che hanno presentato la problematica alla psicologa. 

Nel territorio di Civitanova Marche l’azione ripartita immediatamente già dalla metà del mese di marzo con lo scopo di continuare a supportare in modalità telefonica e/o telematica, i ragazzi e le famiglie che fino a quel momento erano in carico presso il centro Kalimera. In comune accordo con i servizi sociali, la psicologa ha contattato telefonicamente i ragazzi e le famiglie inseriti nel progetto per fornire loro sostegno e la proposta è stata accolta con molto favore da tutti.  In questo periodo difficile la tecnologia ed i dispositivi quindi, ci hanno permesso di continuare un lavoro di supporto che normalmente svolgiamo di persona. Soprattutto le videochiamate o le sessioni skype ci hanno permesso di mantenere un contatto visivo con gli utenti, soprattutto con i ragazzi, che risulta molto vicino alla comunicazione che avviene nel reale tra di loro. Inoltre, utilizzando questi strumenti, è stato possibile monitorare alcune situazioni, in maniera più sistematica e continuativa. Un altro aspetto importante è stata la possibilità per gli operatori di lavorare insieme da remoto, nello stesso tempo, con uno stesso utente, o svolgere video conferenze in modo da abbattere le distanze e permettere il confronto tra più operatori o utenti.Se da una parte la tecnologia ci ha aiutati, dall’altra purtroppo, ci ha fatto perdere quella parte della comunicazione legata al non verbale, molto importante nella relazione di ascolto e attraverso le videochiamate da pc o smartphone, entriamo letteralmente a casa delle persone con cui ci relazioniamo, osserviamo dinamiche relazionali all’interno delle famiglie, che prima abbiamo solo immaginato. Così come gli utenti, anche noi operatori ci esponiamo a dei rischi legati alla nostra privacy, in quanto ciò che noi diciamo o facciamo diventa fruibile per tutti, all’interno di quel contesto.

Nel territorio di Fermo abbiamo ricevuto diverse richieste di colloquio ma soltanto un contatto è stato preso in carico. La richiesta d’aiuto, incentivata dalla prof.ssa del ragazzo, coordinatrice di classe, riguarda la quasi totale assenza del ragazzo dalla partecipazione alle video lezioni e quindi la consistente diminuzione del rendimento scolastico. Proprio dalla grande collaborazione con le scuole partner siamo riusciti ad attivare, per alcune classi del Liceo Annibal Caro, incontri collettivi con lo psicologo dello sportello, il quale ha dialogato con i ragazzi rispetto al cambio radicale di abitudini e come questo li ha modificati stravolgendo le loro relazioni. L’impatto emotivo iniziale per alcuni è stato devastante, per altri inizia a farsi sentire ora che siamo giunti alla fase 2 dell’emergenza. È chiaro che la quarantena non ha fatto altro che aggravare maggiormente le situazioni di maggiore fragilità sociale aumentando di concerto anche il gap che il digital divide produce nella società. 

Abbiamo cercato di garantire a tutti gli utenti, che si sono approcciati a noi, in questo momento di estrema distanza e solitudine relazione, una prima forma di sostegno psicologico, che perlomeno li aiuti a partecipare attivamente alle attività di vita scolastica, a riequilibrare i livelli comunicativi familiari e a mediare situazioni fortemente conflittuali.  

Aver dato la possibilità di confrontarsi con una figura di riferimento esterna al nucleo familiare ha rappresentato un’importante opportunità in questo momento di grande disorientamento e fragilità ma di certo non ha potuto avere la stessa incisività che i colloqui in presenza normalmente forniscono.

Torneremo presto per affrontare le sfide che questo nuovo presente ci impone con la certezza che non ci siamo mai veramente lasciati.

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