LA VOCE DEI PROTAGONISTI! – Civitanova Marche

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Ecco il terzo appuntamento della nostra rubrica “LA VOCE…DEI PROTAGONISTI”, un’occasione in cui dare spazio ad alcuni dei protagonisti del progetto G.O.A.L.S., per raccontare il loro punto di vista da coordinatori, educatori, psicologi, e partner che ogni giorno si mettono in gioco per segnare i GOALS più belli…quelli contro la dispersione scolastica e il disagio giovanile.

Oggi siamo nel territorio di Civitanova Marche!

Manuela Gaspari – Coordinatrice G.O.A.L.S. Civitanova Marche

Coordinare due territori è una continua sfida per me, perchè unisce le difficoltà di progettazione di contesti e bisogni diversi, alla soddisfazione di vedere attività trasversali che impattano e producono risultati significativi. Lavorare con gli adolescenti non è semplice, così come agganciare le loro famiglie ma di certo non manca la voglia di essere un mediatore che faciliti, quanto più possibile, un’organizzazione educativa che risponda ai bisogni emergenti cercando di far leva sull’empowerment della comunità. Essa ha al suo interno le conoscenze, le risorse e il potenziale per realizzare il proprio cambiamento costruttivo ma ha bisogno di scoprirsi e di diventare più competente.

Maristella Avallone – Coordinatrice G.O.A.L.S. Civitanova Marche

Se penso al progetto G.O.A.L.S. d’istinto mi viene in mente la parola opportunità legata in prima istanza ai giovani e alle loro famiglie, ma anche agli Istituti Scolastici, Enti locali, Centri Aggregativi ed Associazioni. 

La Coop. Sociale “Il Faro” lavora da molti anni nel settore educativo, anche nel territorio civitanovese, ma grazie a questo progetto, ha potuto realmente mettere in pratica azioni di prevenzione al disagio minorile e contro la dispersione scolastica in maniera strutturata e concertata con altri soggetti, con modalità operative nuove rispetto a quelle solitamente utilizzate. 

Con G.O.A.L.S. sono state realizzate iniziative particolarmente significative, sia nelle scuole che nel territorio, tutte svolte da personale qualificato, appositamente individuato per raggiungere al meglio i risultati attesi. 

In quanto responsabile del Cag Kalimera, sede operativa del progetto, mi preme sottolineare l’ottimo lavoro svolto dal gruppo degli educatori attraverso l’azione Metodi, da sempre concordata con gli insegnanti delle scuole partner e le famiglie, ma anche le straordinarie proposte emerse dai ragazzi stessi che volontariamente hanno deciso di sperimentarsi con la Peer Education o con il laboratorio di fototerapia per prevenire il fenomeno del bullismo e cyberbullismo in collaborazione con l’Osservatorio di Genere. 

Sicuramente a livello territoriale, altrettanto degna di nota è stata l’esperienza dell’educativa di strada, con la quale l’educatore è riuscito, non solo a far accettare la sua presenza all’interno di un gruppo informale di giovani, ma è diventato figura adulta di riferimento per molti di loro e per i loro genitori. 

Tutte queste azioni e le risorse aggiuntive messe in campo grazie al progetto G.O.A.L.S. sono riuscite ad intensificare i rapporti tra servizi, facendo emergere nuovi nodi cruciali nella rete educativa, i quali stanno portando ad importanti sviluppi nell’area della prevenzione. 

Per concludere il progetto Goals ha avuto il merito di far incontrare tante persone che hanno a cuore la crescita dei giovani. Mi auguro che, con i suoi insegnamenti, il progetto possa lasciare un’impronta in tutti gli adolescenti incontrati, la quale possa essere di aiuto nell’individuare la strada meno tortuosa da percorrere per arrivare alla loro meta.        

 

Stefania Lufrano – Assistente Sociale del Comune di Civitanova Marche

Per me, in qualità di assistente sociale impegnata nella tutela dei minori, il progetto G.O.A.L.S., declinato nelle sue diverse azioni, è stato una grande opportunità e una risorsa fondamentale per poter ampliare l’offerta degli interventi a sostegno delle famiglie dei ragazzi. La possibilità di avere strumenti importanti forniti dallo sportello psicologico, dall’help me e soprattutto dall’educativa di strada mi ha permesso di incidere sui percorsi e sulle problematiche delle famiglie dei minori e degli adolescenti in maniera più significativa. Attraverso il raccordo con la Cooperativa Il Faro, i suoi operatori e, in particolar modo, con l’educatore di strada, la tutela dei minori è potuta arrivare anche a quei ragazzi che in nessun altro modo sarei riuscita ad agganciare perchè grazie a questi servizi siamo potuti andare noi istituzioni da loro. Questo fa una grande differenza! Il servizio è potuto uscire dai luoghi educativi tradizionali e scendere direttamente in strada, nei luoghi dove gli adolescenti più fragili passano la grande parte del loro tempo. Siamo entrati in relazione e abbiamo potuto monitorare ragazzi che difficilmente accettano l’invito di recarsi ai servizi con cui solo un educatore può creare relazioni significative che li spingano a migliorarsi e maturare, riconoscendo le proprie capacità e la possibilità di poter utilizzare le proprie risorse in contesti positivi al fine di creare insieme nuovi progetti di vita.

Con questo servizio siamo riusciti a lavorare non solo nelle situazioni conclamate di emergenza ma anche in prevenzione, tenendo conto che si abbassa sempre di più l’età dei ragazzi che manifestano problemi comportamentali o che vivono in situazioni familiari compromesse. La famiglia è sollecitata dal cambiamento a cui l’intervento mira ed è continuamente chiamata a confrontarsi con i servizi e con gli educatori.

Da questa esperienza abbiamo verificato l’efficacia dell’educativa di strada nel nostro territorio e quindi ritengo fondamentale potenziarla aumentando il numero di operatori, sia maschi che femmine, e il tempo di impiego degli stessi perchè rappresentano maglie importanti di una rete che inizia a consolidarsi nel territorio e che realmente può deviare il percorso di tanti adolescenti a rischio devianza e marginalità.

Stefania Ciarrocchi – Psicologa, psicoterapeuta, responsabile SPORTELLO D’ASCOLTO

Il progetto G.O.A.L.S. rappresenta per me una grande opportunità. I servizi di sportello psicologico e coaching psicologico nella scuola, mi hanno permesso di incontrare il mondo degli adolescenti, che è un po’ come salire su una giostra, di quelle che ti mandano su e giù nell’arco di pochissimo tempo. Gli adolescenti sono quelli che quando pensi di averci capito qualcosa ti spiazzano, a volte nel bene a volte nel male, costringendoti a ripartire da zero. L’adolescenza è la terra di mezzo della crescita, il campo di gioco e scontro tra genitori e figli, dove le regole sono oggetto di trattative quotidiane. Ed ecco, l’importantissimo e fondamentale lavoro con le famiglie e gli adulti di riferimento di questi ragazzi; dare loro qualche strumento in più per affrontare con la giusta attitudine questa parentesi dell’esistenza. Sfatare false credenze, come quella che sarebbe tutta colpa delle tempeste ormonali, così come non è vero che ” basta saper aspettare: prima o poi passerà”; il rischio di trattarli da grandi, non sono più bambini, giusto, ma non per questo si può pretendere che decidano da soli su questioni importanti. Insomma, G.O.A.L.S. riconosce la fatica di essere un adolescente, ma anche la fatica di essere un padre ed una madre. Questa penso sia la missione più importante!

Marta Campitelli – Educatrice, azione METODI, PEER EDUCATION

Il progetto G.O.A.L.S.  mi ha molto appassionata in quanto educatrice. Mi ha dato la possibilità di sperimentare ambiti nuovi, quelli che solitamente restano più di nicchia, meno specificati nel lavoro quotidiano. Questa esperienza, al contrario, li ha messi in luce e li ha valorizzati, perciò è stato davvero stimolante, in particolare riguardo all’azione Peer Education. Trovo prezioso il rapporto che questo contesto permette di creare con e tra i ragazzi, un’occasione in cui poter coltivare il tempo per esplorare il loro mondo interiore e instaurare una relazione più piena, che non si struttura solo nella funzione (seppur utile) di aiuto nei compiti scolastici, ma che al contrario si amplia a tutto tondo verso il soggetto, non più visto e conosciuto solo come studente, ma riconosciuto nella sua totalità e specificità in quanto persona, con la propria unicità. Per quanto si cerchi sempre di osservare e mettere in rilievo le individualità di ciascuno, infatti, è proprio durante questo tipo di esperienza maggiormente dedicata che si possono più che mai notare anche quegli aspetti e lati che resterebbero nascosti e meno sondati, poiché è inevitabile che al variare del contesto l’attenzione riesca per più motivi a concentrarsi solo su alcuni di essi, non su tutti. Inoltre, è un progetto che permette di coinvolgere e aiutare un numero più cospicuo di utenti rispetto a quello che potremmo raggiungere attraverso altri nostri servizi, che, essendo spesso a pagamento, precludono la partecipazione di tanti ragazzi che invece potrebbero trarne un importante beneficio, perciò è un mezzo che ci permette di offrire così maggiori opportunità di contatto e incontro, e da parte nostra anche di intervento. G.O.A.L.S.. infine, dà la possibilità a tutti noi, giovani e professionisti, di lavorare per focalizzare e sviluppare tutte quelle risorse, competenze e life skills proprie e degli altri, attraverso una relazione in cui questi ultimi non sono necessariamente coetanei, ma membri appartenenti a varie età evolutive con peculiari caratteristiche legate alla crescita oltre che alla personalità, le quali proprio attraverso questo scambio si riescono a toccare in modo migliore.

Michele Calamanti – Educatore, azione HELP ME – EDUCATIVA DI STRADA

Lavoro per il progetto G.O.A.L.S. da circa un anno come educatore di strada e attraverso questo servizio ho potuto constatare quanto bisogno di punti di riferimento, inseriti direttamente nel loro contesto di vita extra familiare, abbiano gli adolescenti.

Credo che il punto di forza del servizio riguardi il fatto che la relazione che si sviluppa tra la figura dell’educatore e dell’adolescente avviene nel contesto amicale del ragazzo, al di fuori di situazioni più strutturate e formali come la scuola o la famiglia.

I ragazzi si sentono a proprio agio e si comportano in maniera spontanea in quanto la relazione che nasce è orizzontale, si sentono sullo stesso piano dell’educatore che entra nel loro mondo e questo permette uno scambio diretto e l’istaurarsi di un rapporto di fiducia solido.

In questo contesto l’educatore riesce ad essere un elemento proattivo alle difficoltà dei ragazzi, aiutandoli a modificare scelte e azioni/pensieri negativi, accompagnando i giovani verso nuove prospettive e riflessioni.

Ritengo che questo servizio sia innovativo e molto importante in determinati contesti di disagio adolescenziale e, per cercare di essere ancora più incisivi ed efficaci, credo sia utile fondamentale l’equipe di professionisti strutturata, capace di far fronte a tutti gli stimoli e alle problematiche che si ricevono non solo dai ragazzi, ma anche dalle loro famiglie, guardando le situazioni da punti di vista diversi che arricchirebbero e fornirebbero una visione più completa e organica.

 

Saba Pistilli – Pedagogista, Counselor, azione JOB e COACHING II

Siamo al secondo anno del progetto G.O.A.L.S. La cooperativa mi ha dato la possibilità di occuparmi di un coaching che aiutasse i ragazzi a scoprire i propri talenti, a promuovere la motivazione e l’orientamento.

Colloqui individuali, a volte accompagnati o sostituiti da attività esperienziali di gruppo, per meglio ottemperare alle esigenze dei ragazzi e della scuola. Lavorare con gli adolescenti è molto stimolante e richiede una buona dose di energia. Bisogna sempre sentirsi pronti ad accoglierli con tutte le loro emozioni altalenanti. Prima di ogni nuovo incontro mi chiedo: “come potrò arrivare al ragazzo?”; “come potrò avvicinarlo?”; “come riuscirò a prenderlo per il verso giusto?”. Non sono domande scontate, ma dettate dalla consapevolezza che nel lavoro con i ragazzi è fondamentale la cura della relazione, che comprende: la vicinanza, l’ascolto, il contatto, la comunicazione. In questi incontri ho conosciuto molti ragazzi; e di essi non ho chiesto mai precedentemente ai docenti alcuna informazione, proprio per evitare di crearmi giudizi disfunzionali alla relazione stessa. Ma una volta creata una sana fiducia, i ragazzi si sono aperti e affidati all’incontro; si sono dati la possibilità di esternare le loro esperienze e di manifestare le loro emozioni.

Durante i colloqui sono emersi i loro disagi familiari, le loro difficoltà affettive, la loro bassa autostima e la loro rabbia, non sempre contenuta. In questo percorso di esplorazione di sé, siamo partiti dalla comprensione dei propri conflitti e ostacoli interni e dalla propria visione della vita. Gli adolescenti hanno bisogno di riconoscere la gamma di potenzialità e di risorse che hanno a disposizione; e di non porre attenzione solo ai propri limiti che ostacolano la progettualità. Sono arrivata alla conclusione che i giovani vogliono “rispetto”, che a volte non viene concesso. E quindi non dico che non sia importante cosa diciamo, ma dico che sia fondamentale come lo comunichiamo. Ci si sente soddisfatti ogni volta che si riesce ad aiutare un ragazzo a seguire il suo talento e le sue passioni. Purtroppo, molti ragazzi arrivano al colloquio annoiati, confusi, insoddisfatti. È proprio in questi casi che il nostro compito diventa fondamentale: aiutarli nel passaggio dal percepire al riconoscere. In genere un ragazzo ha una vaga percezione di ciò che sa fare e che gli piace fare. La “rivoluzione” sta nell’aiutarlo a riconoscere e consapevolizzare le proprie capacità e le proprie passioni. Solo se seguiranno i propri talenti, potremmo dire di aver aiutato i ragazzi a costruirsi un’esistenza migliore. Ce lo ricorda D’Avenia: “riconoscere non è dato agli occhi, ma allo spirito”. Appunto per questo che il talento va cercato più in profondità.

“Il maggior privilegio, in una vita, è diventare chi sei veramente” C.G.Jung.

 

Vi aspettiamo la prossima settimana con altri racconti!

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