Nuovi ruscelli per fiumi nuovi: le attività di Easlab con i ragazzi e le ragazze di Napoli

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“Non pensavo che mi sarebbe mancata la scuola”

“Durante i pochi giorni in presenza mi sono sentita rinata”

“Tutto il giorno a casa, mi passa anche la voglia di studiare”

Queste sono alcune delle frasi che sintetizzano il pensiero delle ragazze e dei ragazzi, in totale circa 600 tra studentesse e studenti degli Istituti del territorio di Chiaiano, protagonisti del progetto Futuro Prossimo e che incontriamo quotidianamente attraverso i nostri laboratori.

L’alternanza tra attività in presenza e DAD, ha spinto tutte e tutti (operatori, operatrici, docenti, studentesse e studenti) a mettere in gioco risorse impensate per dare continuità ai laboratori, all’educazione, alla formazione.

Ci incontriamo spesso nelle stanze virtuali e proprio lì ci si imbatte negli occhi delle ragazze e dei ragazzi, nelle piccole disavventure tecniche, scorgendo il disagio che produce la “webcam”.

L’imbarazzo di parlare davanti ad un monitor, ma anche le incredibili capacità di adattamento, accompagnano i nostri laboratori: “Costruire Metodi”, “Imparare ad imparare”, “Cittadini attivi” e “Le narrazioni emotive”.

Questo lungo tempo di sperimentazione di nuove prassi, ci ha consentito di comprendere sempre di più che non si possono trascurare gli aspetti emotivi, l’importanza di spazi che accolgano i vissuti e le difficoltà che le ragazze ed i ragazzi stanno vivono quotidianamente.

Ed ecco che poi ti ritrovi in contatto, quotidianamente, con il corpo docente per narrarci e riviverci ogni attimo trascorso insieme alle nostre ragazze ed i nostri ragazzi per un progetto comune, per comporre un quadro completo, per sommare e vedere insieme i risultati delle diverse angolazioni, dei differenti sguardi con cui osserviamo il presente e il futuro dei minori di cui ci occupiamo.

Fragilità e disorientamento che producono in loro la ricerca, talvolta evidente ed altre più nascosta, di punti di riferimento per poter costruire “quello che sarà”, per iniziare a dare forma a sogni e speranze. Dalle difficoltà di concentrazione, che riverberano in modo importante sullo studio, alla ricerca di uno spazio nel mondo, nasce la costruzione di un sentiero, di una traccia-guida del “viaggio” per sentirsi protagonisti e cittadini attivi.

Con il percorso “Imparare ad Imparare” alle studentesse ed agli studenti dell’I.C. Nazareth-Musto e dell’I.C. Giovanni XXIII-Aliotta si offre l’opportunità di confrontarsi sul metodo di studio, sulla ricerca e la scoperta di nuove strategie e la conoscenza dei processi di memoria, così la “lezione” didattica si trasforma in un momento di riflessione metacognitiva, utile ad arricchire la consapevolezza dei processi di apprendimento.

Citando un esempio concreto, fra tutte le esperienze, è quello che è accaduto durante una lezione di Geografia, a partire da un argomento proposto dalla docente sulla scia metodologica del learning by doing: ognuno/a delle studentesse e degli studenti ha individuato le proprie “keywords”, parole chiave, motivandone la scelta. Alla fine dell’incontro, e quasi come per magia, si è respirato, in maniera palpabile, il protagonismo e si sentiva in loro il piacere di avere una buona padronanza dell’argomento.

“E’ stato bello studiare…insieme”

Questa la testimonianza di uno di loro, che ci restituisce il senso del lavoro che, seppur faticosamente, riesce ad offrire esperienze significative e motivanti, anche in questo momento limitante per tutti gli altri aspetti fondamentali per il consolidamento dell’apprendimento: socialità e fisicità.

L’esperienza “dell’Osservatorio del Paesaggio Chiaianese” per le ragazze ed i ragazzi ha costituito un’opportunità per mappare il proprio territorio a partire dalla memoria emotiva, l’emozione che mette un timbro sulla memoria.

Attraverso questo laboratorio abbiamo voluto sperimentare una pratica che coniugasse la partecipazione e la tutela del patrimonio culturale e paesaggistico, co-progettando il suo sviluppo a partire dal lavoro già avviato dalle docenti dell’I.C. Giovanni XXIII-Aliotta.

Le tappe di questo percorso condiviso, hanno coinvolto le ragazze ed i ragazzi in un lavoro di narrazione del proprio territorio attraverso foto, video e disegni, con l’intento di connettere il vissuto, l’immateriale, con il reale, proponendo dunque una riqualificazione personale e collettiva del quartiere, alla scoperta del suo valore.

La co-progettazione con le docenti dell’IIS Siani e dell’ISIS M. Bassi, invece, ha fatto emergere il bisogno di favorire uno “spazio neutro” in cui gli adolescenti potessero concentrarsi sul bagaglio emotivo personale, per offrire loro momenti di confronto e condivisione per facilitare la rielaborazione dei cambiamenti che questa emergenza ha portato nelle loro vite.  Quando ci si ritrova a vivere quello spazio insieme a loro, arriva forte la voglia di “urlare” le frustrazioni, di elaborare ciò che stanno vivendo, e sono loro a guidare noi, operatori ed operatrici, lungo il sentiero delle emozioni, un sentiero da cui si scorgono, ancora troppo forti, le discriminazioni.

Così, la “Scrittura Creativa” diventa lo strumento con cui le ragazze ed i ragazzi diventano autori di un testo narrativo, attivatore del necessario, ora più che mai, processo “catartico”.

Articolo a cura di Eleonora Borrelli, formatrice dell’associazione Easlab

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