Patto Educativo di Comunità di Napoli: la comunità educante come riferimento per costruire il futuro

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L’Emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19 ha travolto tutto il mondo ed ha completamente stravolto le periferie, amplificando le disparità sociali già esistenti e già rilevate, provocando un’emergenza sociale ed economica correlata senza precedenti, una valanga caduta sulle fasce più fragili del tessuto sociale. L’impegno in questi mesi durissimi è stato orientato a contrastare il fenomeno del digital divide, attraverso la distribuzione di oltre 120 devices (tablet, PC, ecc…) alle famiglie del quartiere di Chiaiano che ne avevano fatto richiesta, ed attivando, attraverso la “messa in rete” delle risorse, laboratori ed attività rivolte ai minori, alle loro famiglie, ai docenti,  agendo sulle situazioni di maggiore fragilità e garantendo supporto agli Istituti Scolastici per affrontare le criticità dovute alla chiusura delle attività in presenza, sostenendo i docenti nel passaggio alla didattica a distanza ed accompagnando ragazze e ragazzi in questo cambiamento, affinché nessuno restasse indietro, affinché a nessuno venisse negato il diritto all’istruzione.

La complessità della situazione ha messo la Comunità Educante dinanzi alla necessità di ripensare gli interventi e di trovare nuovi sentieri, soluzioni inedite non collocabili in schemi predeterminati. Progettare azioni in un periodo così “diverso” e così ricco di incertezze è stato, ed è ancora, molto complicato ed il percorso che ha permesso di affrontare le difficoltà è stato quello di sviluppare insieme la capacità di resistenza, perché, citando Miguel Benasayag, “resistere è creare” e mai come in questa fase c’è bisogno di creatività per poter reinventare la didattica, la socialità, l’educazione e la formazione.

La Comunità Educante di Chiaiano, rafforzata grazie a Futuro Prossimo, progetto sostenuto dall’Impresa Sociale “Con i Bambini” nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, avviato sul territorio nel 2018, ha risposto “presente” all’appello, c’è e c’è stata, ha resistito agli scossoni dell’emergenza e forse ne è uscita più coesa, perché ogni singolo attore è riuscito a “pensare alle relazioni tra Istituzioni Educative non come a forme di concessione dell’una rispetto all’altra, ma come modalità ordinaria di un rapporto educativo integrato”, come scrive Franco Venturella in un suo articolo sulle alleanze educative, e partendo da questa consapevolezza ha deciso di promuovere il Patto Educativo di Comunità di Napoli, in collaborazione con la Cooperativa Dedalus, ente capofila del progetto “Bella Presenza” sostenuto anch’esso dall’Impresa Sociale “Con i Bambini”, e con il programma Fuoriclasse in Movimento di Save the Children. Tutti gli attori locali hanno raccolto  la sfida di creare attraverso le Reti Territoriali un vero e proprio ecosistema educativo per i bambini, le bambine, le ragazze e i ragazzi della città, che al momento attraverso le attività proposte dalle realtà aderenti hanno raggiunto 1773 beneficiari e che si pongono l’obiettivo di coinvolgere nei prossimi anni 4944 studentesse e studenti.

Il Patto Educativo di Comunità di Napoli risulta essere, dunque, una grande opportunità per lavorare insieme, un cantiere di innovazione sociale per tutti gli attori che si occupano di educazione e formazione, sul rafforzamento della scuola pubblica come laboratorio aperto al territorio, sul contrasto della povertà educativa e della dispersione scolastica co-progettando azioni di prevenzione dell’abbandono e del fallimento formativo, garantendo supporto psico-sociale e sostegno alla genitorialità. In particolare l’alleanza  si pone l’obiettivo di promuovere la partecipazione attiva ed il protagonismo giovanile, riunendo 10 Istituti Scolastici, 17 Organizzazioni civiche e del Terzo Settore, ASL Napoli 1 Centro e Assessorato alla Scuola e all’Istruzione del Comune di Napoli per realizzare quell’humus fecondo per lo sviluppo culturale, sociale e umano delle future generazioni, una Rete tra le Reti che superi le autoreferenzialità e che si fondi sulla corresponsabilità educativa per “ristrutturare” il rapporto scuola-famiglia-territorio e garantire così sani “gruppi di crescita” per gli/le adolescenti, rinascendo dalle ceneri del desiderio di “fare Comunità” superando i limiti della modernità liquida che confonde ed annebbia le prospettive, restituendo nitidezza agli orizzonti attraverso il riconoscimento della stessa Comunità Educante come punto di riferimento per coltivare il futuro.

Articolo a cura di Antonio Caiazzo, coordinatore locale Futuro Prossimo Napoli

 

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