Il ruolo delle proposte culturali-artistiche nei servizi educativi delle piccole comunità: l’esperienza di Laura Panizza
di progescoop
Ormai da due anni il percorso di Essere all’altezza, progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del fondo al contrasto alla povertà educativa, porta avanti il suo intento di aumentare e rendere maggiormente accessibili le offerte culturali-educative in quei paesi ubicati in zone montane e pedemontane dell’appennino parmense. Azioni programmate e variegate che, al contempo, si pongono l’obiettivo di potenziare la coesione sociale e ridurre l’isolamento delle famiglie.
In questo contesto, le diverse proposte artistiche, messe in campo all’interno dei servizi educativi di piccole comunità locali, rappresentano uno strumento di grande rilievo sia per quanto concerne la socializzazione, sia per i differenti linguaggi utilizzati che coinvolgono genitori e bimbi nella fascia di età 0/6.
A parlare della sua esperienza con il progetto di Essere all’Altezza è Laura Panizza, educatrice ed esperta di laboratori didattici e creativi per bambini e bambine.
Che valore ha portare nei servizi educativi di piccole comunità locali determinate proposte artistiche?
“Ha più di un valore. L’idea di poter lavorare e portare le proprie competenze e professionalità mi ha dato la possibilità di osservare con altri occhi e prospettive, oltre a offrire un servizio per la comunità. Significa anche permettere ai più piccoli, e di conseguenza alle famiglie, di avvicinarsi a cose che a volte vedono “lontane” o alle quali prima di conoscerle non davano valore o il giusto peso. In questi mesi di lavoro ho potuto notare come ci sia sempre più bisogno e necessità di fornire strumenti di apprendimento trasversali in ambiti così ristretti, dove capita che spesso i bambini e le bambine non abbiano opportunità di sperimentare e fare esperienza al di fuori dell’area asilo/scuola/paese. Il fare esperienza artistica non è un mero passatempo perché, attraverso l’approccio educativo, si riescono a stimolare fantasia, creatività, problem solving e manualità fine. L’arte, in tutte le sue svariate forme espressive e sfaccettature, favorisce l’apprendimento, la sperimentazione, il provare al di là della quotidianità di contesti a volte troppo “limitanti”.
Che impatto ha proporre i linguaggi dell’arte, del teatro, della creatività e della musica con genitori e bambini 06?
“L’impatto delle proposte laboratoriali credo sia mutato nel tempo. Come spesso succede, prima di conoscere con l’esperienza una cosa la si valuta in modo superficiale, e credo che per il laboratori di arte ci sia stato inizialmente un approccio molto “leggero” da parte delle famiglie. Con un lavoro intenso insieme all’equipe educativa interna al nido/materna, siamo riuscite a fare avvicinare anche i genitori alla visione che il fare esperienza sia primario in quanto base e motore per lo sviluppo psico-fisico dei bambini e delle bambine. A tale proposito, penso sia arricchente e importante organizzare alcuni incontri anche con le famiglie, dove spiegare tutti gli aspetti educativi, raccontare il percorso che si sta facendo in modo che gli stessi siano al corrente del lavoro svolto con professionalità e possano maturare una visione più ampia”.
Qual è stata la risposta dei bambini e delle famiglie?
“È stata un crescendo, nel senso che rispetto a un approccio iniziale, che identificava i laboratori solo come un ‘vantaggio’ di servizio prolungato, si è passati a vederli come occasione per ‘fare’ e sperimentare attraverso nuove esperienze. Dai 6 iscritti del primo periodo, il corso è terminato con 15 iscrizioni”.
Come erano strutturati gli incontri?
“Ogni incontro iniziava in cerchio: parlavamo con i bambini e le bambine delle loro sensazioni, della mattinata passata al nido/materna. Successivamente si passava alla presentazione e spiegazione delle attività in programma. Infine, lo svolgimento del laboratorio e, quando possibile, la condivisione del lavoro svolto in gruppo”.
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