Può un origami gigante diventare un rifugio inaspettato?

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Creare mostre gioco per bambini e bambine mette in moto e insieme adulti con background molto diversi. È successo a Rimini grazie alla collaborazione tra la scenografa Keiko Shiraishi e l’artista Hervé Tullet che hanno guidato, insieme allo staff di Zaffiria, la Formazione Nazionale per Operatori e Atelieristi del progetto E se Diventi Farfalla.  Quattro giorni in cui finalmente, dopo il biennio della pandemia, si è tornati a lavorare e sperimentare fianco a fianco, provando a generare collettivamente quella bellezza necessaria a combattere la povertà educativa e favorire percorsi educativi innovativi e inclusivi. Le operatrici e gli operatori si sono radunati a Rimini partendo da tutte le regioni coinvolte nel progetto: Piemonte, Lombardia, Friuli, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Puglia, Sicilia.

La formazione ha previsto tre giornate di co-creazione con artisti di carattere internazionale, è stata svolta in forma di Atelier, in cui i partecipanti hanno sperimentato la creazione di opere d’arte collettive e interattive. Nel bellissimo spazio dell’Ala Nuova del Museo di Rimini, che ha ospitato la formazione, sono state create tre postazioni di lavoro, in cui ciascun partecipante potesse muoversi, contribuendo alla creazione delle opere comuni:

Postazione 1: Aprire la porta alla bellezza. Con la tecnica della carta pesta, oggetti di uso comune e di recupero e immensi palloni costruiamo piccole sculture pronte per abitare un mondo volante.

Postazione 2: Architetture di carta, tra la regola e il caso, tra l’Oriente e l’Europa. Carte prima dipinte poi piegate per costruire architetture nido e rifugio.

Postazione 3: Nel proprio rifugio. A partire da grandi sacchi e da materiale insolito, costruzione di giochi/rifugio per bambini e bambine.

Ogni pomeriggio, l’Atelier ha aperto le sue porte alle insegnanti del territorio, in modo che l’occasione formativa potesse includere il maggior numero di persone.

Nell’ultimo pomeriggio, le creazioni sono state allestite in forma di mostra collettiva che ha riempito gli spazi del museo, restituendo il senso del lavorare insieme per generare arte e bellezza per tutti. Le opere verranno poi utilizzate negli spazi del Festival che si terrà nell’autunno 2022.

Le giornate di lavoro insieme sono state l’occasione anche per gli operatori e le operatrici coinvolte nel progetto di confrontarsi sulle attività in corso nei propri territori: sulle difficoltà e sulle potenzialità, sui problemi e sui desiderata per il futuro. La mattina del sabato è stata interamente dedicata all’autoformazione di gruppo, in cui alcuni partner hanno condiviso con il gruppo strumenti e idee per il lavoro con i bambini e le bambine, in particolare abbiamo giocato con Un metro di Feltro, ideato congiuntamente dalle atelieriste di Codognè e di Mazara del Vallo, in una bellissima collaborazione che attraversa l’italia da nord a sud, riassumendo il significato della contaminazione a livello nazionale promossa dal Progetto E se diventi Farfalla. 

Sono state poi condivise le esperienze della Fondazione Pinac di Rezzato, con due brevi laboratori interattivi: le Città di Carta e Al museo senza Parole hanno dimostrato il potere dell’Arte nello sviluppo multisensoriale di bambini e bambine; infine, Ilaria Rodella di Cospe-Mantova Playground ha condotto i partecipanti a Mappare la felicità, grazie ad una attività di interazione con il territorio a partire dalle emozioni di bambini e bambine.

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