Papà e bimbi: il tempo condiviso e gli anticorpi contro la solitudine

di

sdr

In una Festa del Papà sospesa tra vicinanza domestica e separazione sociale, Stefano ha deciso di raccontarci  l’importanza di regalarsi uno spazio e un tempo per cementare la relazione tra i bimbi, anche piccolissimi, e i loro papà. Lui lo ha fatto anche grazie al laboratorio Papà-Bimbo di Binaria e Gruppo Abele, attività nata nel settembre 2016 grazie al progetto “Orizzonti 0-6” (San Paolo) e poi dal 2018 nel progetto nazionale “E se diventi Farfalla” (finanziato da Con I Bambini) 

“Daniele non vuole mai uscire di casa. Ha 4 anni, ad una prima occhiata nessuno gliene dà meno di 6. È alto, parla come un bimbo di prima elementare e spesso si lancia nell’uso di termini decisamente più adulti, meravigliosamente storpiati dal suo ascolto bambino (“Squisquiglie!”). Non è un solitario, tutto il contrario. Per lui il gioco “in solitaria” non esiste. Se non gioca con qualcuno non è un vero gioco e non gli si può fare maggior torto che dirgli “Gioca un attimo da solo, per favore!”. L’enorme scoglio da superare per portarlo fuori è quello di interrompere il gioco casalingo ed uscire. C’è un’unica occasione in cui l’invito ad uscire viene accolto con una gioia strabordante. “Dani, andiamo da Milena”? La risposta è sempre un vulcanico “Sì!”. Andare “Da Milena” vuol dire andare allo spazio bimbi di Binaria, il centro commensale del Gruppo Abele a Torino. Circa due volte al mese, a Binaria, il sabato mattina, c’è il Papà Bimbo, uno spazio gratuito di due ore in cui i papà e i bambini sono invitati per un momento di gioco, racconto, laboratorio creativo e crescita insieme. Io e Daniele frequentiamo questo appuntamento da quando aveva un anno.  Milena è la responsabile dell’attività, una psicologa giovane e solare dal sorriso contagioso. Al suo fianco ci sono Abdel e le collaboratrici Nicole, Francesca e Clotilde, ma negli anni sono molti di più gli operatori, volontari, tirocinanti e civilisti che si sono susseguiti in questa fantastica iniziativa. Il tutto comincia, dopo i calorosissimi saluti e sorrisi di benvenuto, con un momento di gioco libero. I bimbi ed i papà esplorano lo spazio bimbi e hanno tempo di acclimatarsi, conoscersi (o ritrovarsi) e sfogare un po’ di energia prima di riunirsi per una sempre salubre e benvenuta merenda. Viene poi il momento di cantare e, tra un “Baby Squalo” e un “Diamo la caccia al bruco”, i bimbi si preparano all’attività centrale del laboratorio, ogni volta diversa. Si va dalla psicomotricità alla lettura, dalla musica al teatro, la maggior parte delle volte si tratta di un laboratorio creativo in cui bimbi e papà realizzano qualcosa di sorprendente insieme, con una forte componente esperienziale e spesso un legame con un libro o una storia che viene letta ed animata dagli operatori. Questo è il momento in cui bimbi e papà si mettono di più in gioco, si scoprono vicendevolmente e condividono la scoperta. È il cuore del Papà Bimbo ed è la fonte dei miei ricordi più cari legati a questa esperienza.  È difficile dimenticare quando abbiamo disegnato uno scorcio di universo, o della volta in cui Dani si è innamorato delle tempere mentre facevamo il nostro bastone della pioggia. Che stupore quando, leggendo il libro preferito di Daniele, ho spaventato un altro bambino con la mia voce da lupo cattivo, e che esperienza incredibile è stata suonare, tutti insieme, con uno straordinario percussionista venuto da lontano. Conclusa l’attività, a volte con un’ultima lettura, si riordina tutti insieme e si torna alle proprie case per il pranzo del sabato. Sulla via del ritorno però Daniele mi fa sempre la stessa domanda: “Quando torniamo da Milena?”. Questa domanda me la sono posta anche io, durante questa pausa di riflessione che la vita ci sta imponendo. Questo gigantesco cartello “chiuso per malattia” affisso sulle nostre vite mi porta ad apprezzare ancora di più il valore di quei momenti, ed aspetto con ansia la fine di tutto questo ed il ritorno a quel piccolo prezioso appuntamento. Nel frattempo, non avrò certo problemi a tenere in casa il mio piccolo Daniele. Tre anni di Papà-bimbo ci hanno dato gli anticorpi antinoia e hanno accresciuto la nostra intesa, concedendoci il tempo e un modo originale per stare insieme. E in quanto al resto, i piccoli lo sanno, #andràtuttobene. E tornare a metterci in gioco sarà ancora più bello! Buona festa a tutti i papà.

Forse non ci avevamo mai pensato prima (di che cosa? Del Coronavirus), presi dall’organizzare, fare incontrare, preparare, programmare etc… Non avevamo pensato all’importanza che gli appuntamenti costruiti insieme agli operatori del Gruppo Abele – genitori e figli, il sabato per papà e bimbi fosse così importante. Uno spazio semplice, ma creativo, in cui anche ognuno degli operatori ha messo il meglio di sè, e ha imparato molto dai partner del progetto. Uno degli aspetti più interessanti è quello dell’intedisciplinarietà, del mettere insieme persone con diverse competenze: educatori, psicologi, mediatori culturali, artisti, animatori, etc…insieme per creare contesti leggeri, di ricarica, ma anche di bellezza… perchè tutti ne abbiamo bisogno.

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