Una tirocinante Erasmus per i minori di Punto X

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Larissa ha 29 anni, padre tedesco e madre spagnola. È nata in Germania, ma a 2 anni si è trasferita con la sua famiglia in Spagna, ad Albacete dove poi si è iscritta all’Università per diventare interprete e traduttrice.

Durante l’Università, ha trascorso un anno Erasmus in Germania dove ha approfondito le sue conoscenze della lingua tedesca. Sei anni fa, ha deciso di ripartire per la Germania e, dopo aver capito che il lavoro di interprete e traduttrice non faceva per lei, ha iniziato a frequentare un percorso di formazione professionale in Pedagogia Sociale, della durata di tre anni, con focus sui bambini e ragazzi da 0 a 14 anni.

Ad un certo punto, la sua scuola le ha proposto di nuovo un progetto Erasmus: sei settimane di tirocinio in un altro Paese. Le sue opzioni erano Finlandia, Estonia, Belgio o Italia. Alla fine, ha scelto di venire in Italia, in un paesino collinare della Romagna chiamato Modigliana. Ed è qui che la sua strada ha incrociato quella del progetto EDU Valley.

Il 10 novembre 2019, Larissa è stata accolta dalla Cooperativa Sociale Kara Bobowski, ente responsabile di EDU Valley, ed ha svolto il suo tirocinio a supporto degli educatori del centro educativo pomeridiano Punto X, rivolto a minori dai 6 ai 14 anni.

Qui ha condiviso i momenti di gioco e socializzazione ed ha aiutato bambini e ragazzi con i compiti, principalmente quelli di inglese. Da subito, tutti sono stati molto accoglienti con lei e anche un po’ incuriositi.

Larissa ha anche proposto e realizzato un’attività specifica molto apprezzata dai ragazzi: una Tombola in lingua. Partendo da espressioni di conversazione base (Ciao, Per favore, Scusa, Buongiorno, ecc.), la ragazza ha preparato delle schede con queste parole nelle diverse lingue che conosceva: italiano, inglese, spagnolo e tedesco. Inoltre, i ragazzi (per la maggior parte di origini straniere) hanno potuto aggiungere schede con le stesse parole nella loro lingua: albanese, arabo e francese. I ragazzi si sono sentiti importanti e hanno condiviso con orgoglio le “loro parole” con gli altri. Grazie a  questa attività, hanno potuto visualizzare meglio la diversità che esiste all’interno del loro centro educativo e, più in generale, nel mondo.

 

In qualche occasione, Larissa ha avuto difficoltà a comunicare e a controllare l’energia e l’entusiasmo di alcuni bimbi ma, in generale, si è sentita molto fiera del suo operato ed è riuscita a coinvolgere e motivare i ragazzi.

“Prima di arrivare – racconta – “immaginavo Modigliana un paese molto povero e pericoloso. Invece, mi sono trovata in una realtà completamente diversa, dove ho potuto toccare con mano la simpatia, disponibilità e amabilità degli italiani. Nonostante fossi straniera e non parlassi molto bene l’italiano, tutti provavano ad aiutarmi e a comunicare con me… un’umanità che non avevo sperimentato nella cultura tedesca. I ragazzi e i bambini italiani sono più rumorosi, sì. Ma gli educatori e gli operatori sono anche più vicini, più calorosi e umani, un po’ come in Spagna. E questo è un atteggiamento positivo, principalmente quando ci si trova davanti minori in situazioni di svantaggio che spesso hanno bisogno di sentirsi voluti. Ora torno in Germania e porto in valigia un’esperienza piena di coccole, abbracci e calore umano”.

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