DREAM, un sogno che è un progetto

di

di Elena Baragli* e Petra Filistrucchi**

 

È difficile tenere lo sguardo sull’abuso e il maltrattamento nei confronti di bambine e bambini. Spesso per molti di noi è difficile anche solo pensarli: rischiamo allora di confondere ciò che è impensabile con ciò che è impossibile.

L’infanzia è per antonomasia il periodo dell’affidamento, del bisogno e della ricerca di vicinanza e conforto. Della scoperta del mondo: desiderio senza pregiudizi, senza difese. Il periodo della vita di ogni essere umano in cui spetta agli adulti – in famiglia e nella comunità – il compito e la responsabilità della cura, dell’amore, della sicurezza, del benessere.

Ci è voluto molto tempo perché i bambini e le bambine venissero riconosciuti come persone in crescita, con il proprio valore e le proprie capacità, come soggetti – non oggetti – di diritti: il diritto alla vita, il diritto alla protezione e alle cure necessarie per il proprio benessere, il diritto alla libertà, il diritto all’ascolto e alla partecipazione, tanto per citarne alcuni, così come definiti nella Convenzione delle Nazioni Unite sull’infanzia e l’adolescenza adottata nel 1989.

Anche se l’Italia ha ratificato la Convenzione nel 1991, ben 22 anni fa, non sempre questi diritti sono garantiti. Anzi. E la vita di bambini e bambine, ragazzi e ragazze, viene segnata da quelle che la letteratura scientifica chiama “esperienze sfavorevoli infantili”, esperienze traumatiche che investono le relazioni di cura e di attaccamento e incidono profondamente su come percepiranno se stessi e come guarderanno agli altri, al mondo, al futuro.

Se si vuole prevenire il maltrattamento, intercettarlo per poi interromperlo, e supportare chi lo ha subito, occorre non solo pensare le “esperienze sfavorevoli infantili”, ma anche affilare il nostro sguardo e imparare a sostenere quello dell’altro/a, quando a fissare i propri occhi nei nostri sono un bambino o una bambina che il maltrattamento lo hanno vissuto in prima persona o genitori in difficoltà che fanno fatica a chiedere aiuto. Occorrono competenza e rigore professionale, un’organizzazione che consenta il confronto in équipe multidisciplinari, la formazione e la supervisione continua che sostengano gli operatori e le operatrici in un lavoro che ha un forte impatto emotivo, che richiede la capacità di sottrarsi a schieramenti ideologici, di non cadere in alleanze, di proteggere mentre si prova a riparare.

La possibilità di affermare i diritti di bambini/e e ragazzi/e è infatti strettamente collegata alle competenze professionali specialistiche di chi lavora con i minorenni, e alla capacità di vedersi parte di un mosaico più grande in cui ciascun servizio e ciascun professionista dialoga e si confronta con gli altri mentre esercita la propria responsabilità professionale.

Per questo è nato il progetto DREAM, Diamo risposte efficaci contro l’abuso e il maltrattamento sui minori, finanziato dall’impresa sociale Con i bambini nell’ambito del programma Ricucire i sogni – Iniziativa a favore di minori vittime di maltrattamento. Il progetto è coordinato dall’associazione Artemisia Onlus, e realizzato in partnership con la cooperativa sociale Alice Onlus di Prato, il Comune di Firenze, le Società della Salute di Firenze e di Prato, il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università degli Studi di Trento, il Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’Istituto Comprensivo Margherita Hack di Prato, altre scuole di Firenze e Prato, e la cooperativa sociale Specchio Magico Onlus.

Si tratta di una rete ampia di enti locali, istituzioni e organizzazioni del terzo settore che a Firenze e Prato si impegnano per offrire le risposte più efficaci, sia in termini di rilevazione, protezione e riparazione per le vittime, che in termini di prevenzione.

Il progetto DREAM nasce dalla volontà di contrastare l’isolamento professionale e mettere in comune le rispettive competenze e i rispettivi mandati nell’ottica di un intervento sinergico.

Consentirà di incrementare e rafforzare sia gli interventi con bambini/e e ragazzi/e per la elaborazione del trauma, che gli interventi finalizzati al sostegno degli adulti protettivi, grazie anche a un programma di formazione per gli operatori e le operatrici del settore socio-sanitario. E per Artemisia sarà l’occasione per un rafforzamento delle competenze specialistiche in questo ambito.

Con questo post inauguriamo il blog del progetto DREAM, che vuole essere non solo l’occasione per raccontare l’evoluzione del progetto e i suoi risultati, ma anche per costruire uno sguardo ampio, competente, rinnovato, su questo fenomeno insieme alle organizzazioni partner del progetto.

Da un lato, infatti, il blog informerà sulle attività del progetto, valorizzando in particolare le iniziative che possono vedere un coinvolgimento attivo del pubblico, come le attività di formazione, sensibilizzazione e advocacy, e i risultati che possono essere messi a disposizione di tutta la più vasta comunità che si occupa del maltrattamento sui minori, come la Child Safeguarding Policy rivista e adeguata alla normativa vigente e alla crescente consapevolezza sulla necessità di misure preventive di salvaguardia per i bambini e gli adolescenti, anche negli stessi servizi e nelle relazioni di protezione, tutela e cura.

Dall’altro, il blog vuole essere l’occasione per approfondire il tema del maltrattamento e dell’abuso all’infanzia, valorizzando ricerche, indagini statistiche, campagne, produzioni letterarie e cinematografiche e ospitando interviste, editoriali e testimonianze in prima persona.

Speriamo così che il blog DREAM diventi anche occasione di dibattito e scambio di riflessioni e proposte con l’ampia comunità impegnata a “ricucire i sogni” di chi ha vissuto esperienze traumatiche durante l’infanzia.

Buona lettura.

 

* Presidente di Artemisia Onlus – Project Manager e responsabile monitoraggio Progetto Dream

* Vice presidente di Artemisia Onlus – Coordinatrice tecnico-scientifica Progetto Dream

 

Regioni

Argomenti