A Salorno con l’aiuto della mediatrice culturale si creano ponti tra le famiglie migranti e la comunità

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Questo progetto di mediazione culturale nasce dal confronto tra progetto “Il Ponte”, insegnanti della scuola dell’infanzia di Salorno e la mediatrice culturale del centro linguistico SAVERA.

L’esperienza di Salorno, che accoglie una notevole percentuale di famiglie di origine straniera già da tempo, mostra come negli anni la difficoltà maggiore sia risultata essere il coinvolgimento delle diverse etnie nella  comunità di Salorno, a causa dei gruppi etnici molto chiusi e restii all’integrazione e al confronto.

Questo porta delle evidenti fratture nel tessuto sociale del paese, con conseguenti difficoltà,  In particolare nel creare un ambiente di fiducia e accoglienza in cui anche i bambini stranieri possano sperimentare serenità e sentirsi parte di un gruppo.

Per raggiungere questo obiettivo, le strategie emerse dal confronto con la mediatrice culturale ci hanno portato a ragionare da un punto di vista differente rispetto a quello intrapreso finora. Il lavoro con la mediatrice è stato svolto fino a questo momento prevalentemente con i genitori, per coinvolgerli nella vita scolastica e della comunità. Risulta però necessario lavorare in primis sui singoli bambini, creando in loro la voglia di apertura e appartenenza al gruppo, così come sull’intera classe, insegnanti comprese, per promuovere un ambiente favorevole alla collaborazione e uno spazio educativo nel quale si creino le condizioni ottimali affinché il bambino trovi il nuovo equilibrio.

A tale scopo, è stata proposta in una classe della scuola dell’infanzia di Salorno la collaborazione con una mediatrice culturale, presente il venerdì mattina a settimane alterne, per un totale di 9 incontri, e sono stati organizzati 2 incontri con un gruppo di mamme della classe. La mediatrice è stata una figura chiave per molte famiglie sia di futuri alunni che dei già frequentanti in occasione delle porte aperte della scuola dell’infanzia, inoltre è diventata un punto di riferimento per le famiglie dei bambini con cui ha lavorato a stretto contatto.

Obiettivo iniziale della mediatrice culturale  è stato quello di permettere il giusto tempo di elaborazione e ambientamento per ciascun bambino nel nuovo gruppo classe:  se il bambino si sente accolto si sviluppa naturalmente il desiderio di esplorare il contesto circostante e la curiosità rispetto all’ambiente, curiosità che nasce dal fatto di sentirsi protetto. Questa figura infatti non si sostituisce a quella dell’insegnante a cui spetta il compito educativo e su cui permane questa responsabilità pedagogica. La sua funzione è quella di mediare tra i punti di forza e di debolezza delle due culture che si incontrano e di farsi interprete dei bisogni del bambino e della sua famiglia, per creare alleanze e relazioni positive nella classe e nella comunità. Il compito della mediatrice culturale è quindi quello di figura di supporto al bambino in uno spazio di transizione tra il sentirsi fuori dal gruppo ad essere parte della classe. Questa responsabilità però non può essere delegata in maniera esclusiva alla mediatrice, che anzi accompagna e suggerisce le corrette azioni di mediazione alle insegnanti per renderle competenti in questa fase di adattamento.

In una seconda fase, terminato l’ambientamento, le strategie della mediatrice si sono diversificate in base all’esigenza del momento educativo. Un punto chiave è racchiuso nella comunicazione vista come scambio e imitazione. La mediatrice suggerisce ai bambini di imitare gestualità e movimento delle labbra dei compagni e degli adulti per immergersi completamente nella lingua, suggerisce strategie per approcciarsi agli altri bambini in modo positivo, aiutando o chiedendo aiuto nel gioco e nelle attività, in modo da favorire la fiducia reciproca oltre le barriere comunicative. Incentiva la gestualità e canali comunicativi vari (musica, danza, canto), stimolando l’interazione tra i bambini e favorendo gli scambi di competenze.

Fondamentale è risultata inoltre la parte di rimando alle famiglie per aggiornarle sulle attività scolastiche e sui progressi dei figli nel gruppo classe, per la quale le referenti del progetto e la mediatrice hanno collaborato in modo da sviluppare un rapporto di fiducia con i genitori durante l’anno scolastico.

 

Foto:  Jason Goodman/ unsplash.com

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