Amici, animatori, educatori: così si conquista la fiducia dei ragazzi

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La storia di Ludovico Genna, educatore sportivo
Durante l’esperienza del servizio civile- iniziato qualche mese fa e che sto tutt’ora svolgendo- mi è stato proposto, dal direttore dell’oratorio salesiano di Trapani (che è anche referente della linea non formale del progetto ‘Dare di più a chi ha avuto di meno’), Giuseppe Virzì, di partecipare a questa esperienza e di occuparmi, in particolar modo, delle attività sportive.

Ho accettato l’incarico con entusiasmo e fin da subito ho cercato di attuare le mie capacità e le mie esperienze sportive con un metodo educativo e professionale nei confronti dei ragazzi che partecipano al progetto. All’inizio l’approccio con questi adolescenti è stato un po’ difficile, sia per la differenza d’età che per la mancanza di fiducia e relazione con gli altri.

Con il passare dei giorni, però, mi sono messo in gioco anch’io- con loro e come loro- mostrandomi capace di organizzare le partite, insegnando le regole di gioco, spiegando come ci si può divertire in modo amichevole nonostante ci si sfidi, allo stesso tempo, l’un l’altro.

Mi sono mostrato loro amico ma anche allenatore e, soprattutto, educatore. Grazie a questo metodo, dopo le difficoltà iniziali, sono riuscito ad ottenere il loro rispetto, ma soprattutto la loro amicizia. Proprio per questo non posso che ritenermi soddisfatto e contento della mia esperienza e spero che sia così anche per i prossimi mesi.

La testimonianza di Umberto, 18 anni
Sono Umberto , ho diciotto anni e sono un volontario del sostegno scolastico di Torre Annunziata. Sto collaborando al progetto Dare di più a chi ha avuto di meno.

Ho scelto di fare il volontario del sostegno scolastico perché mi piace parlare con gli altri e confrontarmi con altre persone. L’esperienza mi ha portato a conoscere una realtà diversa dalla mia e imparo ogni giorno sempre più cose che mi serviranno nella vita. C’è un’ottima collaborazione con tutti gli altri volontari e con gli educatori che ogni giorno come me, si dedicano al bene dei nostri ragazzi.

Oramai sta diventando una famiglia per me quel posto, poiché i ragazzi stanno avendo fiducia in me e in particolar modo, con alcuni di loro condivido l’esperienza dei tornei sportivi. Un momento di divertimento e condivisione, al di fuori di banchi e libri scolastici. Spero che i ragazzi stiano traendo tanti insegnamenti da questo progetto e che sia un percorso di crescita educativo e personale.

Fiorenzo Celico, la sua esperienza:
Mi chiamo Celico Fiorenzo e sono il responsabile amministrativo del progetto “Dare di più a chi ha avuto di meno” svolto dall’istituto salesiano di Corigliano Rossano.

Ho iniziato a far parte del mondo Salesiano circa 10 anni fa, prima come collaboratore volontario nella casa famiglia “Il Timone”. Successivamente ho partecipato al progetto GIOSTRA come animatore nell’oratorio Salesiano di Corigliano Rossano. Dopo altre esperienze collaborative con la casa famiglia Il Timone nel 2015 abbiamo fondato la “Società Cooperativa O.N.L.U.S. Nuove Strade” che ha assunto l’incarico della gestione della casa famiglia “Il Timone” per conto dei Salesiani. Il mio lavoro è completamente rivolto alle problematiche sociali dei ragazzi e lo svolgo cercando di applicare quanto più possibile il sistema Preventivo di Don Bosco.

Un volontario della Linea formale di Camporeale
Come ogni attività lavorativa ho iniziato con l’auspicio di poter investire le mie energie in attività coinvolgenti e utili per i ragazzi della scuola media coinvolti per il laboratorio presso l’istituto. I ragazzi non sono stati coinvolti su loro richiesta e la partecipazione e il coinvolgimento non si sono manifestati subito come promettenti e animati da uno spirito positivo. Alcuni di loro hanno frequentato saltuariamente, altri costantemente, altri ancora non sono mai venuti e probabilmente mai verranno. Questa storia riguarda un appuntamento tra un adulto e un gruppo di ragazzi presso la loro scuola in orario extrascolastico. Un orario in cui la scuola è totalmente “nostra” nel senso che non sono previste altre attività e l’unica presenza è quella di un addetto del personale ATA.

Nei vari incontri ci siamo conosciuti per capire come passare del tempo insieme per comprendere meglio come stare a scuola in modo piacevole e acquisire qualche conoscenza utile. Alcune volte siamo riusciti a fare alcune riflessioni altre volte non siamo riusciti nemmeno ad avere un ascolto condiviso. Un tiro alla fune tra chi propone e chi decide se partecipare o meno. Anche la richiesta di andare in palestra per fare dei giochi di squadra è stata da me colta e approvata per trovare un contesto dove sperimentare il “limite”. È stato divertente poter sfoggiare un fischietto da arbitro per poter provare a gestire i tempi di gioco. Un modo per inserire il concetto di avvio e fine tra i vari passaggi di gioco attraverso un suono netto e deciso. Ancora non è finita, siamo a poco più di metà percorso insieme. La speranza è di salutarci con un senso nuovo e più soddisfacente di stare a scuola insieme.

 

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