Teatro Diffuso: report dell’attività laboratoriale svolta nei giorni 15 e 16 novembre

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Diario di viaggio dell’esperienza  Teatro Diffuso, laboratorio di pratica artistica curato dalla Bottega degli Apocrifi nell’ambito di Crescincultura

Venerdì 15 NOVEMBRE, ore 16.30 – 20 Teatro “Lucio Dalla” – Manfredonia

Nella giornata di sabato abbiamo lavorato con lo stesso gruppo di 100 ragazzi e ragazze dividendoli in due gruppi per poter lavorare in modo più puntuale su alcuni elementi dello spettacolo. In entrambi i gruppi era presente un piccolo gruppo di dieci ragazzi che hanno già partecipato allo spettacolo a giugno e che hanno piccoli ruoli (testo o azioni di corifeo). Lo schema di lavoro per entrambi i gruppi è stato lo stesso.

Abbiamo iniziato con training fisico condotto dalla danzatrice Rosa Merlino, esercizi per riattivare il corpo prima in piedi poi a terra, in contatto con il pavimento: rotolare, sollevarsi, essere spinti giù, strisciare fino a raggiungere nuovamente la posizione eretta e lavorare sull’abbassamento del bacino. La conduzione del lavoro è passata poi alla guida principale, Cosimo Severo, che ha lavorato sulla zattera, ovvero camminare nello spazio ponendo attenzione su: equilibrio dello spazio, cambio di direzione, camminare lungo segmenti brevi, la presenza degli altri, riempire gli spazi vuoti, stop insieme e ripartenze. Il secondo passo di questo lavoro è stato introdurre la figura degli uccelli: come si muove il mio uccello, com’è la sua testa, cosa guarda, dove guarda, si guarda intorno, ha paura di qualcosa, cerca, è sospettoso. Il lavoro sull’intenzione ha portato con sé il lavoro sulla forma fisica di questa intenzione e quindi i ragazzi seguendo sia le indicazioni che i movimenti delle conduttrici Rosa Merlino e Raffaella Giancipoli, hanno sperimentato l’abbassamento del bacino, i movimenti rapidi del collo, dello sguardo e l’attivazione di tutto il resto del corpo che partecipa al movimento. Obiettivi ultimi di questo esercizio sono stati: lavorare sulla figura dell’uccello, lavorare sulla coralità, lavorare sull’utilizzo dello spazio e il suo equilibrio.

Terzo momento del laboratorio ha visto i ragazzi impegnati ad ascoltare la storia di Uccelli che Cosimo Severo ha loro raccontato in quel suo modo di condurli dentro il ragionamento sulle cose e sulle parole che usiamo. Mentre ascoltavano Cosimo, i ragazzi hanno lavorato sul movimento del collo e sullo sguardo. Durante il racconto della storia abbiamo incontrato parole importanti come burocrazia, democrazia parlamentare, democrazia presidenziale e ci siamo soffermati molto a ragionare sul significato di queste parole, cercando anche di spiegarlo in francese, inglese e araba delle stesse.

A un certo punto, in questo momento di parlatoio, una delle ragazze ha chiesto perché dedichiamo così tanto tempo a ragionare sulle parole e il loro significato e Cosimo le ha risposto con una efficace citazione di Don Milani che ha lasciato tutti in un profondo attimo di silenzio e sospensione: ‘Ogni parola non imparata oggi, sarà un calcio in culo domani’.

Arrivati alla fine della storia Cosimo ha domandato loro perché gli uccelli si sono lasciati ingannare e abbindolare da Pistetero. Tra le diverse risposte, tutte molto acute, qualcuno ha detto perché erano ingenui. Abbiamo allora posto       al entro questa parola e ci siamo chiesti cosa significa. E’ intervenuto Giovanni Salvemini, allievo attore della Bottega degli Apocrifi che ha dato la definizione della parola ingenui che lui recita nell’apertura dello spettacolo e, chitarra alla mano, per chiudere il laboratorio ci ha cantato la canzone che apre lo spettacolo.

SABATO 16 NOVEMBRE, ore 16.30 – 20

 Anche sabato 16 novembre abbiamo lavorato dividendo in due il grande gruppo dei ragazzi e delle ragazze e anche in questo caso lo schema di lavoro per i due gruppi è stato quasi identico, solo alcune piccole variazioni naturalmente dovutedalla diversa composizione del gruppo stesso.

Nel lavoro di oggi ci siamo concentrati sulla figura del coro, sull’imparare a memoria alcuni testi del coro, sulla creazione del proprio uccello e sulla relazione tra coro e corifeo.

Il laboratorio è iniziato con la ripetizione del nome e poi del nome e del cognome, in un grande cerchio sul palco: prima in stile rap, poi in stile rock, ogni ragazzo ha portato al gruppo il proprio nome, il gruppo/coro ripeteva imitandolo. In questo siamo stati accompagnati dalle percussioni suonate dall’altra guida del lavoro, il musicista Fabio Trimigno, che suona va accompagnato da una delle ragazze.

Il lavoro sul coro e corifeo a partire dal proprio nome e cognome è continuato nello spazio, camminando in zattera: oltre all’attenzione richiesta  per la ripetizione corale, i ragazzi hanno lavorato sui principi, ovvero sul camminare alla stessa velocità, sul cambio di direzione, sugli stop comuni e le ripartenze e piano piano, seguendo le indicazioni di Cosimo Severo, è riemersa la figura dell’uccello che cammina con il baricentro abbassato, si guarda intorno circospetto, muove la testa lasciandosi guidare da uno sguardo attento e circospetto.

Sempre in zattera, abbiamo introdotto un pezzo di testo dello spettacolo che appartiene alla scena del Fuggi fuggi. Rosalba, una delle ragazze del coro degli uccelli lanciava una frase del testo e il coro ripeteva: Cosimo la invitava a variare ogni volta ritmo, intenzione, stile, creando così un intenso momento di azione e reazione, di gioco vivo tra coro e corifeo. attento sguardo

La zattera si è poi divisa in due gruppi, uno a destra e uno a sinistra della scena. Cosimo, coadiuvato dalla musica al pianoforte suonata da Fabio Trimigno, ha lavorato sul movimento di ciascun uccello. Sostenuto dai ragazzi che avevano già partecipato al progetto a giugno, e che quindi avevano già trovato il proprio uccello, ha invitato i nuovi arrivati a cercare il proprio: come si muove, a quale velocità, con quale intenzione, con quale intensità di movimento. Uno alla volta i ragazzi e le ragazze prendevano il centro della scena, mostrando agli altri il proprio uccello e man mano si aggiungevano altri uccelli fino a un piccolissimo coro, dieci al massimo, al quale poi si sono aggiunti tutti gli altri in un muoversi comune di uccelli di tutti i tipi.

Nell’ultima parte del laboratorio i ragazzi si sono divisi in coppie, uno di fronte all’altro, e hanno sperimentato il guardarsi a lungo negli occhi. Le indicazioni per questo esercizio sono state: raccontare all’altro, attraverso le parole, un pericolo, qualcosa a cui fare attenzione, qualcosa da cui salvarsi e come. Stesso compito, ma questa volta, il racconto è stato affidato soltanto agli occhi. Continuando a guardarsi negli occhi, Cosimo Severo ha chiesto loro di ritrovare il movimento della testa dell’uccello e di parlare questa volta solo attraverso lo sguardo e il movimento del corpo, sempre cercando di avvisare l’altro di un pericolo imminente. Fabio Trimigno ha introdotto il ritmo della musica che accompagna la scena Fuggi fuggi e passando da ciascuna coppia ha insegnato loro il testo del coro in questa scena.

 

 

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