“Io, non più una mamma sola”: la ricchezza di avere affianco una famiglia solidale

di

“I bambini piangono forte per farsi sentire. Per consolarli servono occhi gentili ed una lucina vicino al letto”

Questa frase, tratta dal libro “Che cos’è un bambino?”, può essere considerata inizio e fine dell’incontro informativo che si è svolto sabato 1 dicembre 2018 presso il Borgo Ragazzi don Bosco, in via Prenestina 468. Qui ci sono tutti i prossimi appuntamenti gratuiti a cui registrarsi e partecipare.

L’incontro ha avuto come tema principale la presentazione del progetto #Crescereinsieme, rivolto alle mamme sole con bambini di età compresa tra 0 e 6 anni e vi hanno partecipato 12 famiglie,  che si sono mostrate molto attente e interessate.

Sono state descritte brevemente le fasi del progetto e le azioni che le 14 associazioni partner hanno ideato e progettato di rivolgere a questi nuclei “fragili” che vivono uno stato di povertà educativa rilevante.

Tante le informazioni che Sharon Scacchi e Maria Lettieri – assistente sociale e psicologa che collaborano con l’associazione Rimettere le Ali Onlus, partner del progetto – hanno condiviso con le molteplici famiglie e persone single intervenute per ascoltarle.

Molti di più gli spunti di riflessione lanciati attraverso la lettura di alcuni testi, la visione di video ed il racconto degli obiettivi che il progetto si pone di raggiungere.

Che cos’è la “povertà educativa”?

Solitudine, isolamento, deprivazione materiale e culturale rientrano nella definizione di povertà educativa la quale, solo nel Lazio, coinvolge 10.000 mamme sole e circa 15.000 bambini.

Chi è una “mamma sola”?

Una donna che si ritrova con il suo bambino o i suoi bambini in condizione di povertà economica, sociale e culturale.

Chi è un “bambino figlio di una mamma sola?”

Un bambino come tanti altri che quasi sempre, però, si trova a subire le difficoltà e le sofferenze della propria mamma; le donne sole si trovano a fronteggiare le proprie esigenze e quelle dei loro figli senza nessuno su cui contare. Vanno avanti con stanchezza, scoraggiamento, rabbia e fatica.

Chi sono le “famiglie solidali”?

Tutte le persone che hanno voglia di mettersi in gioco (single, coppie con e senza figli) che credono nella relazione e nel voler donare. Sono una vera risorsa per queste mamme e per il loro bambini.

Sono tanti i gesti che si possono fare, gesti che sembrano scontati ma che, per chi li riceve, significano tanto e offrono una visione diversa delle relazioni e della vita. Queste donne infatti, hanno vissuti colorati di colori freddi e cupi, hanno un’immagine della propria esistenza e di quelle dei loro bambini, fatta solo di sacrifici e sofferenze; nuove sfumature, nuovi colori, caldi e luminosi, possono essere loro offerti da parte delle famiglie solidali che, con semplicità e autenticità, offrono loro stessi ed il loro tempo affiancandosi a queste donne e ai loro bambini.

La famiglia solidale può sostenere, accompagnare e includere: è possibile “mostrare qualcosa di nuovo, nuove possibilità”, essere una risorsa mettendo in atto azioni semplici di mediazione, sostegno ed accompagnamento. Attraverso la verità della propria quotidianità si può diventare un esempio per queste donne ed i loro bambini, ma è fondamentale una continua condivisione del percorso che si intraprende come famiglia solidale.

Per questo non si è soli, infatti, le famiglie solidali sono inserite in una rete che accompagna e sostiene, dove è possibile condividere e comprendere le azioni più adeguate e possibili. Rete fatta di operatori specializzati ma anche di altre famiglie che scelgono di diventare solidali

I bambini piangono forte per farsi sentire”

Il pianto dei bambini e delle loro mamme a volte è così forte, ma così isolato e silenzioso da non essere ascoltato. Le famiglie solidali possono “ascoltare” e far sentire le mamme e i loro bambini ascoltati, accolti e così meno soli.

“Per consolarli servono occhi gentili”

Gli occhi stanchi, arrabbiati e delusi di queste madri, possono trasformarsi grazie all’aiuto di occhi attenti e presenti – quelli delle famiglie solidali – che possono offrire una visione diversa della vita attraverso una vicinanza concreta ed affettiva.

“Una lucina vicino al letto”

Le famiglie solidali possono essere rappresentate come una luce, piccola, soffusa e discreta che può fare la differenza. Può leggere e portare alla luce situazioni che altrimenti resterebbero nell’ombra.

Voce, amore, luce: tre “semplici” parole che sono sintesi di un impegno grande e generoso; l’impegno delle famiglie solidali.

Regioni

Ti potrebbe interessare

L’intercettazione precoce del bisogno del nucleo madre-bambino/Seminario 9 giugno su Zoom

di

Si terrà martedì 9 giugno alle ore 9.00, il nono incontro formativo gratuito, organizzato dalla Rete Mamma-Bambino del Lazio nell’ambito del progetto #CRESCEREINSIEME....

La Casa Famiglia vista da un’educatrice. Storie di vita vissuta.

di

In una casa famiglia c’è chi lavora, come gli operatori e le operatrici. C’è chi vi abita, come mamme e bambini. E...

Ben-essere digitale, nuove tecnologie e nuove dipendenze / Seminario gratuito 12 novembre

di

Si terrà martedì 12 novembre alle ore 8.30 il settimo incontro formativo gratuito, organizzato dalla Rete Mamma-Bambino del Lazio nell’ambito del progetto #CRESCEREINSIEME. Ad...