La voce dei tutor, Francesca: «Con le ragazze è nato un buon rapporto»

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Ventiquattro anni, salentina, Francesca Minerba è una delle tutor umanistiche del progetto Compiti@casa: «Ora vivo in Spagna, ho fatto il tutorato da qui»

Il soggiorno a Barcellona, dove sta svolgendo ricerche per la sua tesi magistrale in Linguistica sulla comparazione tra le espressioni idiomatiche e le metafore legate alla rabbia in italiano e catalano, non ha impedito a Francesca Minerba di partecipare al progetto Compiti@casa come tutor nelle materie umanistiche. Ventiquattro anni, originaria di Nardò, in provincia di Lecce, Francesca è una studentessa dell’Università Sapienza di Roma. Durante l’anno scolastico quasi concluso ha seguito cinque studentesse nello svolgimento dei compiti. «Ho seguito due gruppi di ragazze provenienti dall’Istituto comprensivo Ricci di Rieti», spiega. «Uno composto da un’unica ragazza e l’altro da tre. A quest’ultimo, però, si aggregava spesso una cugina delle tre ragazze, così diventavano in quattro».

Francesca ha scoperto il progetto Compiti@casa grazie a un bando della Sapienza e ha deciso di partecipare per avere una prima esperienza di insegnamento. Due volte a settimana ha aiutato le ragazze con i compiti, adattando il programma di volta in volta alle loro necessità. «Se avevano un’interrogazione o un compito in vista, ci concentravamo su quella materia. Abbiamo lavorato su italiano, storia, geografia, inglese e anche un po’ di spagnolo», racconta. «Tra di noi si è stabilito un buon rapporto, erano sempre contente di condividere i risultati scolastici con me. La ragazza che seguivo individualmente è quella che ha beneficiato maggiormente del tutorato».

La sfida maggiore per Francesca è stata quella di mantenere alta l’attenzione delle ragazze e trasmettere loro interesse per lo studio. «Ho provato a rendere le lezioni più interessanti attraverso esempi concreti di come una singola nozione potesse essere importante nella vita reale», sottolinea. «Più volte mi sono trovata a spiegare non tanto la singola materia ma perché certe materie, e la stessa scuola, sono importanti, visto che per loro tutto sembrava astratto e scollegato dalla realtà». Col tempo ha anche capito che per comunicare meglio e coinvolgerle era necessario cercare strategie creative per conquistare la loro attenzione e, soprattutto, adattare il registro della conversazione alla loro età. E le soddisfazioni non sono mancate. «I momenti più belli sono stati quando mi raccontavano di interrogazioni andate bene e quando mi hanno mostrato le foto della gita», conclude. «Per me è stato il segnale che si era creato un legame personale, anche al di là del tutorato».

 

 

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