La voce dei tutor. Samir: «Il progetto Compiti@Casa mi permette di mettermi alla prova»

Intervista a Samir Agrebi, studente di Matematica all’Università di Torino e tutor in materie scientifiche di nove ragazze e ragazze di Novara e Ragusa

Da “grande” vuole fare l’insegnante, nel frattempo si allena con il progetto Compiti@Casa, dove riveste il ruolo di tutor nelle materie scientifiche. Samir Agrebi ha 25 anni, vive con la sua fidanzata a Cellarengo, in provincia di Asti e studia all’Università di Torino. Gli mancano solo tre esami per la laurea magistrale in Matematica. «Sono un tipo simpatico o almeno ci provo», si presenta. «Insomma non mi piace essere rigido o troppo serio. Anche con i ragazzi delle superiori con cui sto lavorando per la mia tesi di laurea cerco sempre di stimolarli e invogliarli a provarci. Mi rivedo spesso in loro, forse anche per la vicinanza di età». Proprio la passione per l’insegnamento è una delle ragioni principali ad aver spinto Samir a partecipare al progetto Compiti@Casa: «Finora avevo avuto rapporti solo con studenti dei licei o comunque delle scuole superiori a cui avevo dato ripetizioni di matematica», racconta. «Compiti@Casa, invece, è dedicato ai ragazzi e alle ragazze delle scuole medie, un mondo del tutto nuovo per me. Così ho deciso di mettermi alla prova».

Samir è venuto a conoscenza dell’esistenza del progetto, quando si è iscritto alla laurea magistrale, grazie a una docente di Istituzioni matematiche complementari. Prima di candidarsi, però, ha preferito portarsi avanti con gli esami e ora segue quattro gruppi di studenti, due provenienti da Novara e due da Ragusa, per un totale di nove ragazzi. «Questa esperienza mi sta facendo capire cosa significa davvero insegnare», racconta. E i primi risultati sembrano positivi: «I ragazzi rispondono bene», aggiunge. «Non facciamo solo lezioni frontali: il progetto offre anche materiali interattivi che stimolano i ragazzi a mettere in moto il cervello e a ragionare. Inoltre questi materiali permettono di tenere alta l’attenzione e non farli annoiare. Poi se devono prepararsi a una verifica o non hanno capito qualcosa in classe, li aiuto anche su quello». Un po’ alla volta Samir è entrato nello spirito del progetto, capendo che i ragazzi che seguiva provenivano da ambienti scolastici cosiddetti difficili. «Non si tratta solo di difficoltà scolastiche, sono ragazzi che vivono un contesto educativo più complesso», conclude. «Questa consapevolezza mi ha spinto a impegnarmi al massimo. Nel mio percorso universitario ho affrontato anche esami di didattica, ma fare esperienza diretta è tutta un’altra storia».