Un anno di Community School: il bilancio, i progetti, le prospettive

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Soffia forte il vento nelle vele di Community School, al giro di boa del primo anno di attività. Con circa 500 laboratori attivati e diecimila bambini e ragazzi coinvolti, “tutto sta andando secondo i programmi” come dice Roberta Bacchi, presidente di Tantintenti, la cooperativa sociale capofila del progetto che ha unito 47 partner del territorio e che è partito il 31 gennaio del 2019.

Ma l’obiettivo vero è che quelle vele non vengano ammainate alla fine del secondo anno, scadenza naturale del progetto, ma che la grande nave di una comunità-scuola continui a solcare i mari del Biellese aiutando le nuove generazioni a immaginarsi un futuro nel luogo in cui stanno crescendo: “Il nostro scopo – spiega Roberta Bacchi – è dare opportunità a tutti i bambini e ragazzi e far sì che ognuno riconosca i talenti che possiede”.

Per lasciare davvero il segno, Community School sta pensando anche al ‘dopo’, quando i laboratori saranno finiti. Come? Con iniziative che servano a gettare semi per un nuovo modo di educare. “Il progetto comprende una parte formativa – racconta la presidente di Tantintenti – dedicata agli operatori ed educatori dei vari partner, comprese le scuole, per far sì che tutte le attività siano coerenti con il metodo educativo che abbiamo redatto e fatto nostro, come cornice entro la quale inquadrare tutte le azioni”. Soprattutto, è stato avviato un tavolo metodologico: “Lo scopo è confrontarsi sui vari approcci. Raccontandoci a vicenda il lavoro che svolgiamo, condividiamo le varie esperienze prendendo il buono da ognuna”.

Per arrivare a un metodo educativo condiviso e accettato da tutti, il progetto si è strutturato con un tavolo di cabina di regia, che fornisce e convalida le linee di indirizzo, mentre il tavolo metodologico ha elaborato e sintetizzato un modello che contenga e promuova le attività. Assolve alla stessa necessità il programma di formazione, suddiviso in più cicli e più livelli, che coinvolge operatori sociali, animatori, educatori del territorio per diffondere e rendere applicabile una metodologia uniforme. E in un mondo di particolarismi, mettere insieme 47 realtà, con caratteristiche e strutture diverse, suona già come un successo. Lavorare insieme del resto è caratteristica comune dei tre progetti pilota sul territorio biellese (gli altri due sono EduFabLab e Skilland) che puntano alla creazione di un modello di integrazione socio-educativa che sia replicabile.

Tutte e tre le iniziative sono state selezionate dall’impresa sociale ‘Con i bambini’ nell’ambito del fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile e Skilland, progetto di co-finanziamento realizzato da Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, Banca Simetica e ‘Con i bambini‘, è stato inserito tra i punti di forza nella candidatura, poi andata a buon fine, per Biella città creativa Unesco. “Il nostro è un investimento concreto sui giovani per far sì che possano riconoscere i loro talenti ed esprimerli sul territorio che li sta vedendo crescere”, sottolinea Enrico Pesce, presidente del consorzio Il Filo da Tessere, capofila di Skilland. Il consorzio ha tra le quattro cooperative che lo costituiscono da ormai vent’anni proprio Tantintenti, come a mettere anche nero su bianco un rapporto stretto che si materializza in un metodo di lavoro comune.

Se Community School mette sul campo il lavoro sui ragazzi, Skilland punta anche su insegnanti e scuola: “Porteremo, per esempio, maestri e professori nelle aziende – dice Pesce – in modo che vengano direttamente a conoscenza con la cultura del lavoro e possano trasmetterla ai loro allievi. Lo scopo è far sì che l’orientamento non si esaurisca con il consiglio della scuola superiore da scegliere dopo le medie, ma diventi un processo lungo che pervada l’intero percorso di vita. Se i ragazzi conoscono e sviluppano le loro potenzialità, possono diventare protagonisti delle loro scelte, puntare su se stessi anziché sui suggerimenti esterni”.

L’impatto su bambini e ragazzi è quello che, nell’immediato, è immediatamente percepibile nel lavoro di Community School: “Le attività proposte – dice Roberta Bacchi – fanno sì che scoprano nuove opportunità». Ma anche le famiglie ricevono un sostegno significativo. «Penso ai doposcuola, prescuola e centri estivi a prezzo calmierato che portano certamente vantaggi ai genitori, senza contare le conferenze rivolte a loro come quella sull’uso degli smartphone o il lavoro enorme che si sta compiendo a Valdilana sul cyberbullismo”.

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