Nell’entusiasmo di bambini, famiglie e insegnanti il bilancio dei Montessori Inspired Camp di Bielmonte

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«Il primo giorno, durante la passeggiata, bambini e ragazzi chiacchieravano di videogiochi. Ma il giorno dopo gli argomenti erano già cambiati»: potere del paesaggio, della vita comunitaria, dei laboratori in cui imparare cose nuove. I MIC, i Montessori Inspired Camp inseriti nel calendario di Community School, selezionato da Con i bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile, che la Cooperativa Tantintenti ha proposto per tre settimane nella natura ancora incontaminata dell’Oasi Zegna, hanno avuto la forza di regalare a chi ha partecipato nuove competenze e nuove abitudini, insieme al sapore dolce dell’autonomia conquistata dopo aver passato sette giorni da soli lontano da casa. «Per l’80 per cento circa dei partecipanti era la prima esperienza senza la famiglia» racconta Manuela Baldo, una delle educatrici che hanno seguito i gruppi nelle giornate a Bielmonte. «Poterlo fare in un luogo così, senza pericoli e in tutta sicurezza, è stato l’ideale».

Un papà conferma: «Mio figlio non era mai stato per più di due giorni lontano da sua madre. All’inizio sembrava avere un po’ di timore a staccarsi. Ma poi non ci ha più chiamato. Segno che si è trovato bene». Ai MIC di Bielmonte nessuno aveva il telefono. C’era solo un numero per chiamare e farsi chiamare in un’ora stabilita verso sera. Ma nessuno ha sentito la mancanza di giochi, video e serie tv. «Si sono scaricati dopo un anno scolastico impegnativo» racconta ancora Manuela Baldo «e hanno seguito giorno dopo giorno le attività che abbiamo proposto». C’è stato il laboratorio di ceramica in lingua inglese, l’incontro con l’esperto di rumori che li ha fatti immergere nei suoni della natura, la prima esperienza con “autotune” per comporre e registrare insieme una canzone, ma anche le passeggiate inframmezzate dal bagno in torrente. «Mia figlia era abituata a camminare in montagna» svela una mamma «ma mai così a lungo. Si è divertita così tanto durante la settimana che la domenica sera, il giorno dopo la fine del camp, piangeva ancora perché le mancava».

Non è stato automatico convincere genitori e ragazzi. Ma il primo passo, compiuto a scuola, è stato fatto con il piede giusto: «La coordinatrice di Tantintenti che ha parlato ai genitori ha trasmesso serenità» racconta la maestra Filippa della scuola elementare di Verrone. «E questo ha aperto la strada a un’esperienza che ha lasciato il segno. I bambini hanno bisogno di uscire dalla campana di vetro. E sono poche le occasioni di vivere tutte insieme opportunità simili, dalla vita nella natura alle esperienze che insegnano fino al contatto con gli animali».

I bambini concordano. Sofia, 11 anni di Roppolo, terrà nei suoi ricordi la passeggiata nel bosco e non solo: «Ho migliorato il mio inglese, ho imparato a modellare la ceramica e ho composto per la prima volta una canzone. Ed è stato bellissimo accarezzare gli animali liberi al pascolo». Vincenzo, 8 anni, arriva da Milano: per lui i momenti speciali sono stati la prova sul bob («Non lo avevo mai fatto in quel modo») e il bagno nel fiume. «Una delle mie grandi passioni è la musica» aggiunge «e sono felice di aver imparato a fare canzoni». Nessuno ha trovato qualcosa che lo spaventasse: «Abbiamo dato pian piano spazi di autonomia» sottolinea Manuela Baldo. «Abbiamo invitato i bambini a fare passeggiate da soli o in gruppo tra di loro, senza adulti, a patto che restassero a portata del nostro sguardo. Hanno superato gradualmente i loro timori».

Per tutti quanti la sensazione finale è una sola: se ne avessero la possibilità, lo rifarebbero anche l’anno prossimo. «Tutti i bambini farebbero bene a provarlo» dice convinta la maestra di Verrone. «È condotto in modo professionale e consente ai bambini di mettersi in gioco e di crescere. Inoltre si svolge a due passi da casa, in un luogo splendido del nostro Biellese. A volte andiamo lontano e ci dimentichiamo delle cose belle che abbiamo intorno».

 

                      

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