Lo sport: un prezioso veicolo di integrazione e di sostegno verso l’autonomia

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Emanuela fa l’allenatrice di volley. Il papà Roberto sta a bordo piscina nelle gare di nuoto. Ma può capitare di vederli con casco e imbragatura in montagna, per esempio nei weekend di fine estate dei Mucrone Days, la festa alpina nella conca di Oropa.
Con pazienza placano le ansie, sistemano le attrezzature, insegnano ad agganciare e sganciare moschettoni alle ragazze e ai ragazzi “speciali” che, per un giorno, provano l’emozione di mettere le mani su corde e roccia per arrampicare.
La famiglia Sellone era parte della fetta biellese di squadra italiana, impegnata ai giochi mondiali Special Olympics di Abu Dhabi.
Lei è salita sul podio, medaglia d’argento nel volley unificato, nella cui squadra c’erano anche due atleti biellesi, Elia Zanellato e Roberto Pizzamiglio.
Papà Roby ha visto le cerimonie di premiazione di quattro secondi e due terzi posti.

Difficile non festeggiare una medaglia, a casa Italia: ne sono arrivate più di cento. E tra i 41 ori c’è stata un’altra gioia biellese, la mezza maratona conquistata da Enrico Cerruti, il primo a ottenere un successo nella spedizione azzurra.

Vincere non è tutto, si dice, specie nella filosofia Special Olympics in cui lo sport è prezioso veicolo di integrazione e di sostegno verso l’autonomia di chi deve fare i conti con disabilità mentali.

Anche per questo Sportivamente, la cooperativa partner del progetto Community School e protagonista del microcosmo Special Olympics in provincia di Biella, è pronta ad arricchire il bagaglio di educazione dei bambini con progetti che abbiano lo stare insieme come filo conduttore: “Young athletes program” e “Inclusione e scuola” entreranno nelle classi di scuole materne o elementari in cui sia presente almeno un bambino con disabilità per impostare un modo di lavorare insieme anche in palestra, imparando a fare gruppo, a rispettarsi e a valorizzare i talenti di ciascuno.

Perché, medaglie cantano, di talenti si tratta: a Biella sono tornati anche i bronzi di Loa Trombini nel golf (che annoverava tra i tecnici la biellese Raffaella Bilotti) e di Enrico Cadoni nell’equitazione, sul podio per tre volte.

Ma quando non si vince, come è successo alla squadra di calcio a sette di Martino Cremonte, che ha chiesto un “permesso” al suo club (gioca in Eccellenza ne La Biellese) pur di andare ad Abu Dhabi, un po’ di amaro in bocca resta. Gli azzurri del pallone hanno chiuso quarti.
Ma c’è differenza tra lo sport della tv e quello “speciale”: qui i primi a consolare gli sconfitti sono gli avversari: tra le prime fotografie scattate dopo la finale di pallavolo, c’è una ragazza della Tanzania, neo medaglia d’oro, abbracciata a un atleta azzurro, in ginocchio e in lacrime sul parquet. Lo stava consolando.

Non sono ragioni sufficienti per conoscere da vicino questi campioni e magari fare sport con loro?
L’occasione è sabato 30 marzo, quando a Biella si correrà la “Run for Special & Run for Special kids”, quattro chilometri a passo libero attorno all’Accademia dello Sport della società Pietro Micca, con merenda, animazione a cura della Cooperativa Sociale Tantintenti e la possibilità di stare insieme fino a sera una volta raggiunto il traguardo.

Una buona occasione per stare insieme, in sintesi.

Che poi in fondo è la stessa ragione per cui esistono i giochi mondiali.
Lo ha spiegato bene proprio Emanuela Sellone, pubblicando una foto sui social.
C’è un bambino ammiratissimo che sorride a un atleta speciale, mentre guarda tutte le medaglie che lui porta al collo con fierezza: «Che poi alla fine è tutto qui» ha scritto Emanuela.
«Tutto ciò in cui noi crediamo e abbiamo sempre creduto.
Tutto quello che ognuno di noi pensa, ognuno di noi vive.
Tutto ciò per cui ognuno di noi ogni giorno si batte e si impegna… è tutto qui.
È tutto racchiuso in questo bellissimo momento che ho avuto la fortuna di cogliere ieri: la costruzione di una generazione inclusiva, la costruzione di un mondo migliore».

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