[in-siè-me]

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foto di gruppo

[in-siè-me] n.m. indica compagnia, unione, unità, compresenza, totalità.

Mi chiamo Rosanna, ho 24 anni, quest’anno mi sono impegnata nelle attività di Servizio Civile presso il Punto Luce di Potenza, uno dei 24 centri centri educativi in tutta Italia e progetto della cooperativa capofila APPSTART.

La scorsa estate, durante il centro educativo diffuso, ho trascorso, insieme ad altre ragazze la prima settimana di agosto in un avventuroso campus a Brindisi Montagna. Ci siamo immerse in un contesto completamente nuovo, un diverso modo di condividere, di vivere un’esperienza con tutti ma strettamente individuale, alla scoperta delle ricchezze naturali presenti sul nostro territorio.

Quasi sempre tendiamo a stare con gli altri, ad aggregarci, a far parte di un gruppo in cui inserirci, e questo perché il senso di appartenenza è un bisogno molto forte e sentito, potremmo dire quasi innato per ogni uomo o bambino che sia; in particolar modo in questo periodo storico sembra essere indispensabile per stare bene.

Un aspetto, che risulta, a mio avviso, molto rilevante per questa esperienza è stato, appunto, fare gruppo, incontrare e conoscere persone, essere noi. Al campus abbiamo trascorso molto tempo insieme, cosa che, ormai, a seguito del periodo di pandemia, non eravamo più abituati a fare se non con la nostra famiglia.  Forse è stato proprio questo a rendere le passeggiate, le cene, i giochi e le chiacchierate memorabili. Non so esprimere bene questa emozione ma riesco chiaramente a ricordare e pensare agli innumerevoli, piccoli momenti di questa esperienza che mi ha fatto stare così bene.

Potersi ancora sentir parte di qualcosa, sentire la forza della coesione che si crea tra persone di età differenti con un diverso modo di vivere e pensare, con diverse abitudini.

Di queste giornate, tra momenti programmati e non, attraverso le attività tra cui escursioni, esperimenti e giochi, quelli che maggiormente mi affascinano sono stati quelli più semplici. Fare colazione insieme, accontentare i ragazzi e le loro assurde richieste sul cibo, condividere preferenze, scherzare e conoscersi, senza mai pensare, nemmeno solo per un istante: “cosa ci faccio io qui?”; semplicemente insieme come una grandissima famiglia che giorno per giorno si unisce e si conosce.

 

 

 

In particolar modo,  rapportarsi con i ragazzi, che molto spesso faticano a sentirsi parte di qualcosa o semplicemente a stringere un’ amicizia, è stata tra le esperienze più belle che io abbia mai potuto vivere e sperimentare. Inoltre, la socializzazione e la cooperazione tra tutti noi è stata favorita dall’impegno preso dai ragazzi a non utilizzare lo smartphone se non in un momento preciso della giornata e solo per un paio di ore.

Aristotele nel IV sec. affermava che vi è una propensione nell’essere umano ad essere sociale, siamo per natura portati a relazionarci con gli altri, è, dunque, parte essenziale anche per la costruzione dell’identità di ognuno di noi.

 

 

 

 

Rosanna

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