Il valore sociale dell’ascolto: un’opportunità di presa in carico psicologia da parte dell’Arpi

di

In quest’ultimo anno abbiamo attraversato un tempo che sembra aver messo alla prova la tenuta di qualsiasi “equilibrio” individuale, familiare e di comunità. L’evento pandemico, ancora in atto, e le conseguenti misure di prevenzione della diffusione dei contagi hanno esposto ognuno di noi ad una condizione di rinuncia alla socialità, alla prossimità e alla vicinanza dell’altro, non sempre e del tutto sostituibile dalla progressiva virtualizzazione delle relazioni.

Gli eventi di queste ultime settimane e il nuovo aumento dei contagi, culminati con la decisione di istituire nuovamente la zona rossa a Palermo, stanno richiedendo alle famiglie, ma soprattutto a bambini e adolescenti, nuovi sacrifici e, ancora una volta, un rinvio a data sempre più incerta della sperata “ripartenza”.

Una situazione di precarietà esistenziale, non più dell’ordine dell’eccezione ma divenuta una nuova normalità, che sembra aver progressivamente acuito la percezione di incertezza quotidiana con l’effetto di scoraggiare lo sguardo al futuro in funzione di un presente improntato alla “sopravvivenza”.

Una breve istantanea della famiglia che proviene dalla pratica clinica dell’èquipe ARPI, anche all’interno del territorio della Comunità Educante, ci restituisce quotidianamente:

  •  il drammatico aumento dei disagi emotivi in adulti e minori;
  •  la difficoltà di tenuta delle relazionali all’interno dei nuclei familiari con un aumento della conflittualità intra e intergenerazionale e della violenza domestica;
  •  un aumento del ritiro sociale dei minori a discapito dei loro percorsi educativi e scolastici;
  •  un aumento del disagio psicologico che stenta ad essere intercettato e soprattutto preso in carico sia dalle istituzioni pubbliche che da quelle private.
  • La nostra “Comunità Educante Evoluta Zisa – Danisinni” rappresenta una preziosa rete territoriale cittadina di istituzioni pubbliche (Comune e Istituzioni Scolastiche) e private (Enti di Terzo Settore, parrocchie, etc.) che collaborano tra di loro assumendo l’importante mandato di trattare il disagio “individuale” attraverso l’intervento nel/del “sociale”, ovvero attraverso la presa in carico comunitaria multilivello sia dei minori che delle loro famiglie.

Se la rete e la connessione delle istituzioni rappresenta quella che potenzialmente è la dimensione preventiva del disagio, la capacità di porre al centro “caso per caso” la particolarità del disagio di ogni soggetto preso in carico rappresenta quell’imprescindibile condizione che caratterizza la dimensione del prendersi cura di…, per far sì che queste cure non appaiano come fredde, insensate e anonime.

Per tale ragione, a fronte delle crescenti difficoltà nell’ambito della salute mentale anche all’interno della Comunità Educante, vogliamo invitare tutti gli attori della rete a diventare “antenne del disagio” oltre che “nodi di rete” in grado di accogliere la domanda d’aiuto dell’utenza e creare un’importante connessione con l’ARPI, promotore degli interventi di sostegno psicologico alle Famiglie.

In tal modo la Comunità Educante potrà farsi promotrice sia del valore sociale dell’ascolto, quale funzione, oggi più che mai, al centro dei bisogni collettivi dei suoi stessi membri, sia vettore di un cambiamento che vuole contribuire a scardinare i pregiudizi sulla psicologia, non più vista come luogo dove si trattano i “matti”, ma come luogo dove è possibile depositare un peso insopportabile nonché l’occasione che possa far sì che le vite possano “ripartire”.

L’èquipe ARPI

Regioni

Argomenti