C.A.R.E. in Sardegna – Comunità educante in azione

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 “Ad ogni modo, io mi immagino sempre tutti questi bambini che giocano a qualcosa in un grande campo di segale e via dicendo. Migliaia di bambini e in giro non c’è nessun altro – nessuno di grande, intendo – tranne me, che me ne sto fermo sull’orlo di un precipizio pazzesco. Il mio compito è acchiapparli al volo se si avvicinano troppo […]”. [J. D. Salinger, “Il giovane Holden”, capitolo XXII]

Il progetto CARE parte, e parte con una scoppiettante iniziativa. Il 27 giugno 2018 infatti si è svolto il convegno di apertura del progetto e, nello stesso spazio, a dieci metri di distanza, bambini e famiglie sono stati accolti dagli animatori del Consorzio il Solco di Nuoro e dalla Federazione provinciale ARTEDO, per toccare con mano le diverse forme dell’arte applicate all’educazione. Lo spazio messo a disposizione dal comune di Nuoro è l’Exmè, luogo storico dei mercati cittadini restituito alla collettività dopo un prezioso lavoro di restauro. E davvero non poteva essere migliore l’avvio del progetto, tra riflessione culturale, informazione alla popolazione e lavoro di accoglienza fra famiglie e bambini con voci che si intrecciano, con i luoghi che si ascoltano l’uno con l’altro. La Comunità Educante è in azione.

Davvero pareva che il concetto principale del progetto, la comunità che si prende carico delle persone che hanno maggiore difficoltà nell’accedere a servizi educati, fosse plasticamente restituito dalle attività dei bambini e adulti, ognuno impegnato nel proprio gioco. L’evento del 27 giugno ha rappresentato un primo momento di presentazione al pubblico ed agli attori locali del progetto C.A.R.E. “Cura, Accompagnamento, Relazione, Educazione”, finanziato dalla Con i Bambini – Bando Infanzia.

La riflessione ha preso l’abbrivio dalle relazioni dei presidenti dei consorzi di cooperative coinvolti nel progetto. Sono intervenuti Marina Spano – Presidente del Consorzi Sol.co che ospitava l’evento, Anna Laura Manca – presidente del Consorzio Solidarietà di Cagliari (Capofila del progetto) e Massimo Ledda – Presidente del Consorzio La Sorgente di Sassari. Le parole consegnate alla riflessione sono state quelle dell’accoglienza, dell’ascolto dei bisogni delle famiglie, dell’inclusione e della possibilità di creare nuovi spazi di intervento per persone escluse normalmente dai servizi. Gli interventi tecnici si sono articolati sviluppando le diverse riflessioni di sfondo del progetto, mostrando la metodologia di lavoro che le diverse cooperative intendono utilizzare con le famiglie e con il territorio. il sostegno metaforico al progetto è stato orientato dalla riflessione su un noto passaggio del “giovane Holden” di Salinger, laddove, evocando il desiderio del protagonista di essere un “catcher in the rye”, un raccoglitore di bambini che rischiano di cadere nell’abisso, ci si è interrogati sul ruolo delle diverse agenzie educative. Il ruolo di raccogliere i desideri dei bambini e delle famiglie prima che si perdano in diversi abissi materiali ed esistenziali non può certo essere svolto da una singola persona o una agenzia. È la comunità educativa che deve porsi come rete di salvataggio, supporto e restituzione rispetto al contesto sociale, riprendendo il concetto della comunità educante come filtro. D’altro canto il coinvolgimento di diversi relatori, interni ed esterni al partenariato ha permesso di arricchire la riflessione sul tema con i loro interventi specifici su aspetti trasversali la povertà educativa minorile in Sardegna. Si ribadisce che “Creare una Comunità Educante” è l’unica soluzione per affrontare la povertà educativa e fare in modo che gli interventi siano realmente sostenibili ed incisivi. È necessario distribuire le responsabilità educative all’interno del territorio, e non lasciare che esse siano soltanto a carico dei singoli interessati. Inoltre, è imprescindibile che ciascun progetto sull’infanzia parta da un attivo coinvolgimento delle famiglie interessate, per agevolare il disegno di un percorso di resilienza dei bambini. La riflessione sul tema del “sostegno alla genitorialità” è sempre aperto ed è anzi sempre più difficile distinguere tra famiglie disagiate e famiglie “normali” poiché, seppure in differenti forme e contesti, entrambe possono soffrire di carenze educative rivolte ai figli. Pertanto, è necessario rafforzare la funzione educativa delle famiglie cercando di fare in modo che esse possano saper meglio leggere le esigenze educative dei figli; per favorire ciò è fondamentale poter contare sulla rete della Comunità Educante. Il convegno si è concluso con la lettura, da parte dell’accademia, dei contenuti fondamentali del progetto. i relatori hanno elaborato a lungo i significati proposti, restituendo la necessità di recuperare la dimensione della relazione educativa nei suoi significati originari. La posizione di ascolto, la promozione della resilienza e dell’autonomia, la costruzione di una rete accogliente in grado di “vedere” il bambino per come è e non come lo vorremo, sono state le suggestioni principali, accompagnate da un clima complessivo di impegno. Ci siamo sentiti tutti coinvolti, pronti a una gigantesca scommessa di impegno, lavoro, collaborazione che possa realmente modificare le pratiche di contrasto alla povertà educativa nel territorio sardo.

http://www.videolina.it/articolo/tg/2018/06/27/dispersione_scolastica_e_povert_educativa_minori_sardi_sempre_pi-78-744062.html

http://www.lanuovasardegna.it/nuoro/cronaca/2018/06/27/news/convegno-sulla-poverta-educativa-minorile-1.17010593

 

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