Il logo di Cantieri Comuni: un processo creativo, partecipato e dinamico

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Il logo del progetto Cantieri Comuni nasce e si sviluppa attraverso dei laboratori partecipati nelle scuole di Bologna e Ferrara condotti da Matteo Carboni di Un Altro Studio, agenzia che nasce dalla volontà di indagare un altro modo di progettare, non “per” le persone ma “con” le persone facendo maggiormente leva sulla condivisione e la partecipazione.

Per questo quando l’abbiamo invitato progettare il marchio del progetto Matteo ci ha proposto di portare all’interno delle scuole nuove competenze, trasformando il loro incarico in alcuni laboratori dove raccontare ai ragazzi come si progetta un marchio, e realizzarlo assieme a loro.

Gli abbiamo chiesto di raccontarci come si sono svolti questi percorsi e quali gli obiettivi di creare un logo insieme ai ragazzi:

“L’esperienza è stata straordinaria, si è articolata in appuntamenti di quattro ore, due delle quali di lezione frontale interattiva, dove abbiamo fornito ai ragazzi rudimenti di educazione visiva e di grammatica della visione. Con questi pochi elementi e il loro grande entusiasmo abbiamo passato le ore successive a pensare per immagini assieme.

Come studio abbiamo progettato la “matrice grafica” di un monogramma che includesse le due C, disegnate in modo tale da trasmettere il significato, per noi primario, di questo progetto e cioè la relazione tra le parti. Quando due soggetti, rappresentati dalle due C, entrano in relazione generano qualcosa di nuovo, di concreto e di solido.
Abbiamo portato ai ragazzi questa matrice proponendo loro di farci quello che volevano: colorarla, tagliarla, incollarla… senza limite di pensiero e di tecnica.

Il risultato è una quantità incredibile di rivisitazioni del nostro monogramma e tutti assieme andranno a comporre quella che tecnicamente si chiama identità visiva dinamica, cioè non un solo marchio ma tantissime varianti che hanno in comune la stessa origine. Un progetto che si basa sulla coordinazione tra le differenze.

Per noi il progetto grafico in questo caso è stato semplicemente una metafora di collaborazione, di analisi del concetto di identità nel senso più ampio e del suo rapporto con le differenze. Un processo che genera e trasmette relazione tra le persone, in una visione progettuale condivisa.”

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