Brancaccio 3.0, partire dal territorio per educare al cambiamento

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Costruire una comunità educante presente, coinvolgendo direttamente le famiglie come parte integrante di un processo di trasformazione del quartiere Brancaccio di Palermo. È l’obiettivo del Centro di Accoglienza Padre Nostro le cui attività muovono da un filo rosso che tiene insieme idee e progetti: tutto il lavoro è teso al miglioramento della qualità della vita degli abitanti del quartiere attraverso iniziative e proposte, occasioni di confronto e crescita per favorire la piena espressione dell’individuo sia esso bambino, adulto o anziano.

Da queste premesse nasce il progetto “Brancaccio 3.0” che non vuole porsi come un nuovo capitolo della storia del Centro, ma come un’evoluzione di un percorso già in atto che muove verso nuovi traguardi.

In occasione della seduta straordinaria del Consiglio Comunale di Palermo dedicata al trentennale del Martirio del Beato Giuseppe Puglisi, è stato presentato il progetto Brancaccio 3.0 finanziato da Impresa sociale Con i bambini a valere sul bando “Comunità educanti 2020”. Un momento di confronto per la cittadinanza in cui si è ricordata la figura del Beato Puglisi come simbolo di una sfida educativa che non si è arrestata con la sua scomparsa, ma che procede verso il costante tentativo di migliorare questo territorio. Vincere la sfida è possibile attraverso un’azione comune e partecipata, richiamando il senso di responsabilità di ogni cittadino, non soltanto di chi vive il quartiere ma di chi prende atto di una grande consapevolezza: «Se ognuno fa qualcosa, si fa può fare molto», con le parole di Pino Puglisi.

Dopo la chiusura della seduta del Consiglio, si è svolto un dialogo partecipato tra i giovani del territorio e l’assessore comunale alle Politiche Sociali Rosalia Pennino. È stata un’occasione per approfondire gli obiettivi di Brancaccio 3.0, un progetto che ha radici profonde, paradigmatico del lavoro sociale di comunità che il Centro di Accoglienza Padre Nostro porta avanti da trent’anni sul territorio di Brancaccio attraverso gli insegnamenti e i valori educativi della missione di Padre Pino Puglisi.

Nella consapevolezza che il quartiere e il territorio in cui si colloca siano scenari di progettualità importanti, seppur con le loro difficoltà oggettive, Brancaccio 3.0 ha origine da un protocollo di intesa siglato tra le scuole del territorio, la Circoscrizione e il Centro di Accoglienza Padre Nostro denominato “Brancaccio 2.0”. A partire da  questa esperienza di oltre dieci anni fa, si è sentita la necessità di rilanciare e coinvolgere altre realtà che potessero arricchire con altre esperienze vissute in altri territori. Per questo la partnership che è stata individuata coinvolge Cooperativa Sviluppo solidale, NEXT Nuove Energie per il Territorio, Associazione Apriti Cuore, APS Santa Chiara, Associazione Euro, ANOLF Sicilia e i partner istituzionali quali il Comune di Palermo – Assessorato alle attività sociali, I.C.S Padre Pino Puglisi, Liceo Scientifico Ernesto Basile e Liceo delle Scienze Umane e Linguistico Danilo Dolci.

Proprio per valorizzare le esperienze significative dei partner, obiettivo del progetto è di formalizzare un patto educativo di comunità e le linee guide territoriali per il contrasto alla povertà educativa. E attraverso questa collaborazione proporsi come modello replicabile in tutta la città e oltre: condividere un racconto di partecipazione attiva e attuare il progetto in altri territori. Con Brancaccio 3.0 è nata l’esigenza, infatti, di dotarsi di un metodo di lavoro pur non perdendo la sensibilità e l’attenzione all’individuo, mettendo in primo piano una prospettiva comunitaria e territoriale.

Particolarità e impronta significativa è l’utilizzo di un approccio che viene dal basso, coinvolgendo tutti i portatori di interesse, minori, famiglie, agenzie educative, in tutte le azioni di progetto: coprogettazione, potenziamento della rete educativa, facilitazione sociale, potenziamento dei luoghi educativi. In particolare, Con i Bambini ha inserito il progetto in un cluster chiamato “Presidi di comunità” proprio per valorizzare la presenza dei luoghi fisici come paradigmatici del processo di riqualificazione che ha portato avanti anche il Centro di Accoglienza Padre Nostro.

Il cambiamento, infatti, parte dai luoghi concreti per farne simbolo di trasformazione; il cambiamento parte dal vivere un territorio e vincere la sfida di incomunicabilità che ne ostacola la crescita: per questo utilizzare un approccio che viene dal basso significa ascoltare le voci del territorio e tradurle in azioni concrete e vive.

 

 

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