Una normalità speciale

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Il 10 gennaio 2022 la scuola ha riaperto dopo le vacanze natalizie. Il momento era complesso, l’emergenza covid-19 tornava a condizionare prepotentemente la nostra vita relazionale e sociale.

La scuola, intesa in tutte le sue declinazioni come luogo di formazione, incontro e socializzazione, è stata nuovamente al centro del dibattito pubblico, che oscillava tra paura e necessità di contenimento dei contagi ed esigenza di tutela del percorso educativo e formativo dei più giovani. Alla scuola e, di conseguenza a tutte le figure che gravitano attorno ad essa, è stato nuovamente chiesto di implementare le misure di prevenzione e sicurezza sanitaria e, contemporaneamente, di riorganizzare, ripensare e rimodulare lo “stare a scuola”, continuando a garantire un’offerta formativa ed educativa di qualità.  In questi cambiamenti e adattamenti, repentini e mutevoli, Bell’Impresa ha affiancato e sostenuto la scuola, rispondendo in modo immediato e flessibile alla necessità di continuare a coltivare socialità, relazione, inclusione dei ragazzi e delle ragazze in un clima favorevole e sicuro.

La difficoltà maggiore per tutti gli istituti scolastici è stata quella di limitare i contatti tra classi diverse, in alcune scuole è stato necessario rimodulare le azioni del progetto.

Se è vero che il lavoro educativo è, per sua natura, pronto ad accogliere l’imprevisto, i cambi di rotta, l’incertezza, è altrettanto vero che conciliare l’esigenza di “distanziamento sociale” con esperienze inclusive di relazione tra pari, in cui potersi sperimentare, scoprire interessi e passioni, oltre che appropriarsi di capacità e sviluppare competenze trasversali, presentava una certa complessità. Come conciliare la limitata possibilità di contatto con il bisogno di socialità e “normalità”? La pandemia in corso poteva diventare un’opportunità per ripensare ad una scuola per tutti? In queste riflessioni ci è stato d’ispirazione il concetto di “normalità speciale” di D. Ianes e di progettualità didattica “aperta”. In questo momento noi tutti, alla luce dei recenti sconvolgimenti derivanti dalla pandemia da covid-19, possiamo essere considerati come “appartenenti alla categoria BES” (bisogni educativi speciali); questo ci porta a ridefinire il concetto stesso di normalità, che viene ad assumere connotati di specialità. Per quanto riguarda la scuola per realizzare un modello d’inclusione e apertura è necessario rendere le scuole più “speciali”, arricchendole condividendo le pratiche “speciali”. Come incentivare, però, nuove modalità apprenditive, anche digitali, stimolare la motivazione, creare comunità, senso di cooperazione e relazioni, in questo difficile momento? Coinvolgendo tutti! Non potendo portare avanti le attività mescolando i ragazzi e le ragazze di classi diverse e mantenendo la divisione, la “bolla”, i gruppi sarebbero stati decisamente esigui e non inclusivi; quindi, abbiamo deciso di portare i laboratori in classe, in ogni classe della scuola, così che alle attività di Bell’Impresa potessero partecipare tutti. In alcuni istituti sono stati attivati, per i mesi di gennaio e febbraio, in collaborazione con i dirigenti e i docenti, i laboratori in ogni classe delle varie scuole aderenti alla proposta, per uno o più incontri. Sono state proposte attività come team building, esperienza divertente e coinvolgente che rinforza le relazioni e attitudine del gruppo, il laboratorio di serigrafia con la stampa di un logo/immagine di classe in un’ottica di appartenenza e di legame con la scuola; hanno partecipato attivamente anche gli studenti in Dad e DiD. Tutti, alunni e gli insegnati, hanno così potuto sperimentare le azioni di Bell’Impresa. I laboratori sono stati accolti con curiosità, entusiasmo e partecipazione e hanno dato la possibilità ai ragazzi e alle ragazze, che già erano legati al progetto, di mantenere i contatti e condividere con i compagni il percorso intrapreso, agli altri alunni, di fare esperienza diretta di ciò che i compagni vivono e di sperimentarsi attraverso la “pratica del fare”. Molti di questi ultimi, hanno chiesto di poter avere ulteriori informazioni sul progetto e alcuni hanno deciso di iscriversi alle attività pomeridiane. Inoltre, per gli insegnati è stata un’occasione per conoscere nuovi aspetti, competenze e attitudini dei loro alunni e integrare, estendere, il percorso scolastico-formativo con spunti e pratiche “speciali” che stimolano l’acquisizione di “life skills” come il riconoscere, sviluppare e mettere a servizio degli altri i propri talenti, funzionare da agenti di cambiamento nel gruppo e attivare capacità di pensiero critico. Anche per i genitori, che sono stati in contatto gli educatori e gli insegnati referenti del progetto Bell’Impresa, l’apertura dei laboratori alla classe è stata un’occasione per conoscere processi e percorsi didattici “informali” che sono già, magari, presenti nelle scuole, ma non sempre arrivano anche “a casa” come le magliette stampate in serigrafia e l’esperienza acquisita. In questo nostro esperimento di scuola aperta a tutti, ragazzi, ragazze, educatori e insegnati insieme hanno fatto fronte comune contro la pandemia, condividendo e sperimentando collettivamente, attraverso i laboratori, azioni, pensieri, interazioni e coinvolgimenti, una “normalità speciale” inclusiva e partecipativa e anche come pratica e investimento per il futuro.

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