La partenza delle Cooperative dalla voce di una Dirigente

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INTERVISTA ALLA DIRIGENTE ANITA AMOIA DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO DI GARDA IN SEGUITO ALL’ATTIVAZIONE DEL PROGETTO BELL’IMPRESA! PRESSO LA SCUOLA PRIMARIA “MALFER” DI GARDA

Quali sono state le motivazioni che hanno portato l’istituto ad aderire a questo tipo di progettualità?

Il progetto c’è stato proposto dalla precedente dirigente Annamaria Cottarelli. Abbiamo ritenuto di procedere in questa iniziativa in quanto le finalità rientrano perfettamente tra gli obiettivi di educazione civica che da quest’anno è obbligatoriamente nel curricolo. Promuovono inoltre una metodologia attiva ed un tipo di educazione e didattica agita dagli alunni stessi che in relazione con i coetanei cooperano nella realizzazione di un compito autentico, di un prodotto che concorre al bene comune mediante l’acquisizione e la maturazione di valori e di idee.

Nella nostra provincia, le esperienze di cooperativa scolastica nelle scuole di primo grado sono state svariate, quest’anno la progettazione viene proposta alla scuola primaria. Secondo lei quali possono essere i vantaggi nel proporre questa progettualità in un’età inferiore?

Pensare che questo progetto finora è sempre stato rivolto ai ragazzi più grandi della Scuola Secondaria e che da quest’anno si rivolge ai bambini della scuola primaria, rappresenta innanzitutto una sfida per tutte le persone coinvolte. Si ritiene inoltre che partire dai più piccoli possa permettere di lavorare meglio sulla forma mentis e sulla formazione di atteggiamenti di maggiore collaborazione e condivisione tra pari. Inoltre il fatto che si tratti di un progetto triennale permette di vederne gli sviluppi accompagnando i bambini, in quel percorso di crescita degli ultimi tre anni di Scuola Primaria, dove dopo aver acquisito una prima alfabetizzazione linguistica e scolarizzazione, si possono approfondire conoscenze, strategie e metodologie varie.

Quale significato assume, dal suo punto di vista, la creazione di una cooperativa con l’obiettivo di occuparsi di bene comune all’interno di un contesto scolastico?

La creazione di una cooperativa, con l’obiettivo di occuparsi del bene comune, innanzitutto promuove atteggiamenti di “mutuo soccorso”, rafforza la metodologia del cooperative learning e del mastery learning. Tutti comprendono che ognuno ha un piccolo grande ruolo nella realizzazione dello stesso compito di realtà. Un compito di realtà che tra l’altro è finalizzato al bene comune, quindi serve per tutti loro. Nella Scuola Primaria di Garda il bene comune che ci proponiamo di realizzare servirà non solo per i bambini protagonisti della sua realizzazione, ma concorre a creare un “Filo rosso” tra attuali e future generazioni di alunni: un’opera d’arte composta da tanti tasselli, quanti sono gli allievi coinvolti in questa edizione del progetto, per accogliere nella bellezza dei luoghi della formazione, le generazioni future.

Il progetto introduce un diverso modo di fare scuola con il coinvolgimento dei bambini in attività pratiche che abbiano ricadute sul territorio attraverso il concetto di cura. Come si collega questo con l’idea di formare cittadini?

Il coinvolgimento diretto dei bambini in attività scolastiche viene promosso da varie correnti pedagogiche perché proprio l’azione diretta in cui l’alunno è soggetto attivo del proprio apprendimento, lo rende più consapevole del proprio conoscere ed agire. Inoltre, se il fine ha una ricaduta sul territorio, questo fa sì che il suo apprendimento non sia semplicemente da alunno, ma da bambino è cittadino.

L’assioma pedagogico di Don Milani “I care” è faro che illumina il percorso di educazione e formazione alla cittadinanza attiva, consapevole, partecipe e compartecipe delle politiche attive, per il miglioramento continuo, a livello economico, culturale, professionale e sociale, dell’umanità.

Quali sono i risultati che si aspetta dal punto di vista di acquisizione di competenze nei bambini coinvolti?

Considerando che la competenza è un insieme di conoscenze, abilità ed atteggiamenti, ritengo che questo progetto favorisca nei bambini coinvolti l’acquisizione di conoscenze specifiche nell’ambito dell’educazione civica, del ruolo del cittadino, dell’importanza dei diritti e doveri, del significato di cooperativa ma anche nella consapevolezza del vero senso di collaborazione, condivisione, progettazione e realizzazione di un compito comune. Capire che ogni bambino è un mondo a sé ma che insieme ai coetanei concorre a realizzare e portare a compimento il bene comune, quindi la peculiarità e l’unicità di ciascuno è ricchezza per tutti.

In questo periodo la situazione ha reso molto difficile l’attivazione di innumerevoli proposte educative. La sua scuola ha invece scelto di portare avanti il progetto Bell’impresa! Per quali motivi è stato ritenuto importante non tralasciare il progetto rispetto alla situazione?

Si ritiene utile continuare a portare avanti questo progetto perché proprio in questa situazione un ruolo fondamentale è rappresentato dall’impegno e dal senso di responsabilità di ciascuno nel rispettare le regole e nel cooperare per il benessere proprio ed altrui. Il progetto promuove questi valori ed obiettivi perciò risulta efficace non solo a livello contenutistico ma anche metodologico. Certamente si è dovuto ricalibrare e ridefinire alcuni aspetti proprio per garantire il risultato del distanziamento e delle regole di salvaguardia di tutti e di ciascuno, ma questo non costituisce impedimento alla sua prosecuzione ed attuazione.

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