ARCIPELAGO BAMBINI: IL GRUPPO DI LAVORO PER IL CONTRASTO DELLA POVERTA’ EDUCATIVA MINORILE
di Arcipelago Bambini
Giovedì 6 settembre a Villa Patt di Sedico (BL) i partner del progetto ARCIPELAGO BAMBINI – per il contrasto della povertà educativa minorile – si sono incontrati per una giornata di formazione sul Lavoro di Gruppo. Docente il prof. Francesco Caggio.
Il prof. Caggio ha introdotto il tema soffermandosi su come si costruisce il gruppo di lavoro, sull’importanza della stima verso i colleghi e i partner, del decentramento sul compito accompagnato da un comportamento etico che non lasci spazio al risentimento.
Il lavoro di gruppo- ha detto il prof. Caggio – funziona se si afferma una “accettazione evolutiva” dell’altro. Il formatore si è soffermato sulle caratteristiche del gruppo di lavoro che sono, a suo avviso: obiettivo chiaro, metodo, chiari ruoli, chiara leadership istituzionale e situazionale, governare i processi di comunicazione, fare attenzione al clima, dimensione di sviluppo.
Obiettivo: il Gruppo di lavoro deve essere concentrato sull’obiettivo di ridurre le situazioni di povertà educativa minorile http://www.conibambini.org/wp-content/uploads/2018/02/Report-I_Servizi-per-linfanzia-e-i-minori.pdf .
Il metodo organizzativo e gestionale è fatto di passi per raggiungere l’obiettivo.
I Ruoli devono identificare e isolare i leader negativi impegnati nel creare problemi che possono bloccare le azioni del progetto. A nessuno dei partner deve essere concesso di portare nel gruppo le proprie scorie o scaricare le colpe sugli altri. Il gruppo deve essere in movimento, che nessuno si stereotipizzi in un ruolo sociale: vanno valorizzati i “gregari” in crescita”, mentre si deve evitare che alcuni partner si isolino o si emarginino.
La comunicazione deve fluire in modo funzionale al raggiungimento dell’obiettivo di contrastare la povertà educativa minorile. Nella comunicazione del gruppo di lavoro non c’è spazio per i giudizi personali, per le persone che monopolizzano la situazione, per i brusii fuori scena, bensì è necessario favorire i turni di parola.
Il clima di lavoro è l’insieme di variabili oggettive che con quelle relazionali possono produrre calore o freddezza in un evento sociale (tono, ironia della voce, sarcasmo ecc). Il leader istituzionale presidia il clima che deve essere accogliente e semplificare il percorso verso il raggiungimento dell’obiettivo.
Per quanto concerne la dimensione di sviluppo, un gruppo che non chiede di mutare periodicamente è un gruppo morto. Il gruppo deve essere disponibile all’innovazione e al cambiamento, alle revisioni e alle contaminazioni. Quando il gruppo di lavoro viene attaccato: accoglie l’attacco, studia e restituisce. Il gruppo deve essere coeso, non si inalbera di fronte alle critiche. Deve renderle costruttive, mai utilizzare comunicazioni contro qualcuno o qualcosa e deve valutare sempre il potere delle persone con cui interagisce, non c’è necessità di essere reattivi. La comunicazione la fanno i fatti.
I pilastri nella comunicazione all’interno del gruppo di lavoro : Esporre in modo chiaro, completo, logico e ordinato Ascoltare con attenzione, interesse, in modo comprensibile, facile per le persone; Rispondere a tema, non fuori luogo, adattarsi al linguaggio degli interlocutori e Convincere cioè ottenere il consenso, essere persuasiva.
Il prof. Caggio ci ha dato alcuni suggerimenti pratici per il gruppo di lavoro: deve avere capacità informativa, saperne molto della popolazione, delle aspettative, delle abitudini, dell’antropologia della comunità, della qualità attesa, deve cioè costruire un sistema informativo.
Il gruppo deve avere capacità strategica, produrre entropia negativa che rompa con le abitudini, non sclerotizzarsi, modificare le risposte, non essere prevedibile, deve importare energie dall’ambiente.
Inoltre il gruppo deve essere creativo deve trovare sempre i canali per raggiungere l’altro, nessuno è irraggiungibile. Se assumiamo che abbiamo intelligenze diverse sullo stesso tema ci si può porre in modi diversi allo scopo di arrivare all’altro.
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