Accessibilità culturale: oggetti e luoghi di affezione dei bambini del Municipio III

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Quali oggetti sono i nostri oggetti dell’anima? Quali fanno riaffiorare dolci ricordi? È quanto si cerca di capire con il laboratorio di accessibilità culturale a cura della Cooperativa Phoenix Scarl, in collaborazione con Arci Solidarietà e Il Brutto Anatroccolo, destinato agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado.

Al CIOFS FP di Roma, gli studenti, insieme agli operatori dell’associazione, sono partiti dai propri oggetti d’affezione per comprendere l’importanza degli elementi di un racconto, inclusa l’ambientazione (attraverso l’utilizzo del kit “Storiellinee” di Mauro Bellei, edizione Fatatrac) per costruire il racconto visivo dei proprio oggetti. Ma cosa sono gli oggetti d’affezione? Possono essere qualsiasi cosa, “cose”, per l’appunto, che di per sé non hanno nessun valore se non quello che gli diamo noi in quanto persone; oggetti dotati di una storia personale che racchiudono, per chi li ha posseduti, un significato particolare. Dai peluche alle mollette per capelli, dalle catenine ai braccialetti, fino ad oggetti casalinghi come la borsa dell’acqua calda, associata da una ragazza ai migliori momenti trascorsi con la nonna: oggetti capaci di toccare le corde del cuore e che emozionano fino alle lacrime.

Ogni oggetto, quindi, ha un suo specifico racconto e solo imparando a narrarlo potremmo imparare il suo valore, accedere ad esso e portargli rispetto.

Successivamente si è poi passati dagli oggetti ai luoghi di affezione (tema che verrà poi approfondito l’anno prossimo), che costituiranno il punto di partenza della guida Easy to Read che verrà realizzata dai giovani abitanti del municipio. Così come ogni oggetto ha una storia da raccontare che non conosciamo, anche i luoghi, infatti, come quelli ai margini del Municipio III, hanno una loro storia d’affezione alle spalle e una propria centralità nei cuori di chi li ha vissuti giorno per giorno e li considera importanti. Il Municipio III, in questo modo, diventa periferico solo sulle mappe, assumendo un ruolo centrale nei vissuti di questi ragazzi.

A conclusione di questo primo anno di incontri, la trasmissione del patrimonio culturale in modo creativo, ludico e dinamico, al fine di incoraggiare i più giovani ad apprezzare e conoscere il proprio patrimonio locale, e al tempo stesso coinvolgerli nella sua comprensione, è stata rispettata, con la speranza che una mappatura del territorio inclusiva ed accessibile diventi realtà viva e centrale per tutti.

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