L’Arte della Parola: imparare a comunicare con il laboratorio teatrale di Aracne
di ideaprisma82
Partecipare a un laboratorio teatro permette di apprendere la recitazione, esercitare la memoria, comprendere come padroneggiare il proprio corpo e i suoi movimenti. Ma se, più di tutto, il teatro fosse uno strumento per imparare a comunicare? Questa è l’idea alla base dell’approccio dell’Arte della Parola di Rudolf Steiner, secondo il quale il linguaggio stesso sarebbe un’arte capace di influenzare l’anima e il corpo. Oggi questo paradigma viene applicato non solo alla recitazione, ma anche alla terapia e alla pedagogia, per educare i bambini al potere espressivo del suono, del ritmo e dell’intonazione e rendere la parola un’esperienza viva e trasformativa.
Su questa visione è basato il laboratorio teatrale di Aracne – La Rete che Include, progetto nato per promuovere nel complesso ed eterogeneo territorio del III Municipio di Roma la piena inclusione sociale di 200 minori con disabilità e in condizioni di povertà educativa, iniziato il 4 febbraio in quattro classi (una prima, due seconde e una quarta) della Primaria dell’IC Carlo Levi, nelle due sedi di Castel Giubileo e Fidene. Il laboratorio si svolgerà ogni martedì e mercoledì fino alla fine dell’anno scolastico e culminerà nella messa in scena di quattro piccole opere teatrali di Isabella Foschini.
Il progetto è promosso da Idea Prisma 82 in collaborazione con l’Associazione Culturale Il Tempietto, che dal 1980 si occupa di promuovere la musica classica attraverso concerti, festival ed eventi culturali, primo tra tutti il Festival Musicale delle Nazioni, dove artisti di fama internazionale si incontrano in luoghi storici della capitale, unendo l’arte alla storia e rendendola accessibile a tutti. Il laboratorio adotta l’approccio steineriano per puntare a un obiettivo che va oltre il mondo del teatro: aiutare bambine e bambini a esprimersi in modo chiaro e consapevole, piuttosto che semplicemente insegnare loro a recitare.
Tuttavia il frutto del loro lavoro sarà comunque visibile nelle opere di Isabella Foschini preparate dai giovani studenti: Il Pesce d’Oro, un racconto le cui radici affondano nella tradizione fiabesca di diverse culture e che, narrando la storia di un pesce magico capace di esaudire desideri, esplora il tema dell’avidità e delle conseguenze delle proprie azioni; Le Maschere Italiane, un’opera dedicata ai personaggi celebri della commedia dell’arte, come Arlecchino, Pulcinella, Colombina e Pantalone, che analizza il significato simbolico e culturale delle maschere italiane, un patrimonio artistico che ha influenzato profondamente il teatro europeo; Le Favole per Misia, racconti dal sapore fiabesco e moraleggiante, con una scrittura evocativa e delicata, in cui i protagonisti sono spesso animali o figure fantastiche; infine, l’interpretazione di Foschini del classico di Collodi, Pinocchio, un’opera senza tempo che attraverso il desiderio del burattino di trasformarsi in bambino vero, affronta temi come l’educazione, la crescita e il senso di responsabilità, restando un classico della letteratura per l’infanzia a livello mondiale.
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