A S.M. Capua Vetere il Centro Altrove: Una dimensione che sa di casa anche se è in carcere

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Foto realizzata con l'AI del centro Altrove

Nella sala del Centro Altrove nel carcere di Santa Maria Capua Vetere i tavoli si colorano e si riempiono di attività per le bambine e i bambini e i loro genitori. L’idea di partenza del progetto Altrove – Non è la mia pena è stato sin da subito quello di creare uno spazio all’interno del carcere dove le famiglie potessero riunirsi e trascorrere del tempo insieme in un luogo che favorisse il benessere di tutti, grandi e piccoli. E così il progetto ha portato avanti un’operazione di riqualificazione di una delle sale colloqui che il carcere ha destinato all’incontro genitori-figli. Uno degli ultimi tasselli di questa opera sono i pannelli montessoriani che colorano i tavoli della sala per renderla a misura di bambina, bambino, papà e mamma per trascorrere il tempo insieme in famiglia nel migliore dei modi possibili. Abbiamo realizzato con l’intelligenza artificiale una foto per descrivere come si presenta adesso la sala del Centro Altrove.

I pannelli montessoriani nella sala colloqui

Il progetto Altrove ha colorato la sala colloqui rivestendo i tavoli con i pannelli montessoriani che sono stati progettati grazie al contributo dell’Associazione Montessori di Napoli che hanno spiegato come costruirli seguendo il metodo Montessori. Li hanno realizzati le abili mani di Magda Di Fraia e Luca De Lorenzo, gli artisti, ex allievi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli che supporta il nostro progetto, che li hanno realizzati rispettando tutti i criteri insieme alla straordinaria opera di riqualificazione dell’intera sala. L’Associazione La Livella, partner del progetto Altrove, ha coinvolto i due artisti per la riqualificazione della sala certa che il risultato sarebbe stato ottimale.

I pannelli sono quattro, ognuno ha un tema e svariate attività da fare. Quello fuxia è dedicato alle allacciature: tanti oggetti da allacciare come gli abbracci tra genitori e figli. Quello color legno è dedicato ai materiali sensoriali da toccare e conoscere con le mani. Poi c’è quello arancione con tutti gli strumenti musicali da suonare insieme. E infine quello giallo con tanti tipi di chiusure che sono però anche aperture, affinchè nessun lucchetto possa più fare paura.

Ogni pannello è dedicato ad attività da fare insieme, per imparare facendo e così costruendo e rafforzando le sicurezze dei bambini con il supporto dei genitori. Ed è così che si costruiscono e si rafforzano i rapporti. I pannelli sono divisi per categorie, in modo da offrire un tipo di attività da fare per ogni tavolo. C’è anche un tavolo dedicato ai Lego, per costruire insieme con i mattoncini colorati. Sugli altri tavoli della sala ci sono altre attività da fare tra colori e fogli per disegnare e biscotti da impastare.

Il Centro Altrove in carcere: un luogo per fare insieme

Nel Centro Altrove non ci sono solo i pannelli montessoriani. A colorare e a rendere ancora più familiare l’ambiente ci sono la tavolozza con i colori montessoriani, gli scaffali con i libri (albi colorati e fiabe) e i DVD con i film da vedere insieme: ce n’è per tutti i gusti. C’è anche una parete Lego tutta da costruire e colorare. Non mancano uno stereo per ascoltare buona musica e una tv per guardare insieme i film. C’è anche una libreria montessoriana per stimolare i bambini a scegliere i libri da leggere da soli e farseli leggere dai genitori. Un sistema solare motorizzato volteggia per imparare a conoscere le meraviglie del cielo. E per restare con i piedi per terra ma con la mente in viaggio, su una delle pareti c’è un planetario lungo 3 metri e su un’altra una parete Lego tutta da costruire.

Sugli scaffali poi ci sono i fornetti per cuocere i biscotti da fare insieme, per produrli c’è tutto il necessario: brocche, spianatoi, matterelli, una bilancia, teglie per infornare, formine, e tutti gli ingredienti per impastare. A colorare ancora di più lo spazio ci pensano gli animaletti colorati di feltro e la parete color lavagna su cui tutti possono disegnare con i gessetti colorati. Succede così che il grigio del carcere lascia spazio ai colori dei giochi, ai suoni allegri delle risate e della musica in compagnia, dei balli e del dolce profumo dei biscotti appena sfornati da mangiare insieme. Una dimensione che sa di casa anche se è in carcere. Uno spazio che annulla le distanze fisiche tra genitori e figli, consente di ricucire i rapporti e mitigare il trauma che le famiglie, ma soprattutto i più piccoli, vivono quando devono affrontare il carcere.

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