Conoscere, interagire, crescere

di

A cura di Pro.Ges. Società Cooperativa Sociale e Kaleidoscopio Cooperativa Sociale

Gabri e la sua mamma Yda sono approdate al progetto Ali per il futuro grazie al volantino che ne pubblicizzava il bando. Yda lo ha trovato presso il Nido della Mamme, uno spazio di aggregazione informale voluto da Futura: un’associazione di volontariato presente sul territorio di Parma dal 1994.
Prima dell’inizio del secondo biennio di Ali per il Futuro abbiamo presentato il progetto in diversi luoghi del territorio che – formalmente e informalmente – incrociano le traiettorie di vita delle famiglie che vivono nella nostra città.

Quando il case manager le ha incontrate per la prima volta, Gabri non si era staccata dalla sua mamma un secondo e, anche dopo esser riuscito a incrociare il suo sguardo in maniera fugace per darle un pennarello, non era riuscito a sentirne la voce.
La mamma racconta che Gabri non aveva frequentato il nido d’infanzia; che passava buona parte del tempo con lei e che le poche occasioni di socializzazione erano nate presso il Nido delle Mamme. Anche le maestre della scuola dell’infanzia, nel loro primissimo report narrativo risalente a settembre 2019, riportano: “È una bambina tranquilla e silenziosa […] a volte abbiamo difficoltà a comunicare con lei e così anche i compagni”. A ottobre scrivevano: “Abbiamo notato che emette dei piccoli suoni, ma ancora non abbiamo sentito nessuna parola”. In quel mese pare essersi rivelata vincente l’attivazione di un percorso inter-sezione con i bambini del servizio. Gabri passa molto volentieri del tempo con i bambini più piccoli, aprendosi sia dal punto di vista fisico che di sguardi. La svolta definitiva è avvenuta quando la piccola ha iniziato a stringere amicizia con una sua compagna. Questa relazione deve averle dato forza: infatti, dapprima come diade, poi anche da sé, ha iniziato ad interagire coi pari e via via sempre di più. Con gli adulti ci è voluto più tempo, ma le interazioni hanno avuto un incremento nei mesi.

La chiusura della scuola per l’emergenza sanitaria non ha aiutato questo processo avviato. Tuttavia, la mamma riportava che Gabri non vedeva l’ora di ricevere i video delle sue maestre. Durante i collegamenti a distanza la voce della piccola si sentiva…eccome! Qualche volta tramite la webcam la si intravedeva scorrazzare per casa e fare dei giochi tutt’altro che silenziosi.
L’attivazione del percorso estivo in luglio di quest’anno l’ha vista super entusiasta, sebbene si sia tenuto in una scuola diversa dalla sua e per lo più con compagni che non conosceva. Pare che Gabri avesse tanto bisogno di riappropriarsi di momenti di socialità. Lo stesso è stato per il rientro a scuola a settembre: dopo una reticenza iniziale, di nuovo la stretta di un rapporto di amicizia con una nuova compagna le ha dato la spinta a esplorare tante altre relazioni, anche quella con le maestre, che riportano essere ora più frequenti le volte in cui corre loro incontro porgendo domande le più disparate, dimostrando una grande curiosità e voglia di scoperta.

Questa esperienza ci ricorda come la scuola dell’infanzia rappresenti un setting necessario al processo di maturazione del bambino da un punto di vista non solo cognitivo, ma anche sociale ed emotivo.
L’età della scuola dell’infanzia corrisponde proprio con la nascita di quello che viene definito il “bambino sociale”: da quando varcano la soglia della sezione le bambine e i bambini, oltre a diventare più autonomi, sviluppano fiducia in loro stessi, sperimentano cosa significhi fare amicizia, instaurano nuove relazioni con gli adulti e con i pari.

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