Dal borgo alla città, oltre il proprio quotidiano

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Il viaggio sul territorio bolognese, dentro il progetto Act, ci porta a scoprire una realtà territoriale come l’Arci, impegnata nell’ambito dell’integrazione civico-sociale.

di Marco Marano*

Bologna, 28 marzo 2023 – Corticella è uno di quei territori che storicamente si è sviluppato con una sua precisa identità culturale. Percorrendo la via di Corticella si entra dentro un pezzo di storia della città di Bologna, che dal cuore pulsante della Bolognina si allunga verso nord, attraversando la cosiddetta “borgata di Corticella”, fino a uscire dai confini del Comune. Infatti, questa strada, in passato, portava nell’antica “località di Corticella”, di cui si hanno tracce fin dal 1065.

Il territorio urbano e le sue frontiere

Il borgo, la sua identità territoriale iniziò a definirla a fine settecento con la Repubblica Bolognese, quando divenne comune. Dopo l’unità d’Italia, una volta scoperte le sorgenti di acqua ferruginosa, divenne luogo di villeggiatura dei cittadini bolognesi. Nel 1962 fu quartiere, e nell’85 rientrò dentro il territorio di Navile.

Corticella è, in qualche modo, una sorta di città nella città, e quell’antica dimensione di borgo è ancora oggi presente, laddove il centro diventa una chimera simbolica, soprattutto per quelle categorie sociali più svantaggiate: “I ragazzi – spiega Sara, eucatrice dell’Arci – fanno fatica ad arrivare in centro… Sono molto radicati nel territorio, che non è rappresentato dal quartiere Navile, ma da Corticella, nella sua dimensione territoriale, anche periferica.” Un processo urbano moderno, questo, che può determinare una certa limitazione della socialità e dell’incontro.

Dentro e fuori lo Spazio Zeta

Così, addentrandoci in questo moderno borgo metropolitano, proprio nella sua parte periferica, scopriamo un luogo magico, dove la socialità e l’incontro sono gli unguenti dello stare insieme: Villa Torchi. Si, perché già all’entrata si segnala che il centro sociale interno è autogestito dagli anziani: “Se gli anziani disponessero di una struttura, non sarebbero un peso, ma una risorsa per la società (…) Con questa nobile intenzione – si legge sul sito geriatriko.com – nel 1979 un centinaio di Anziani fondò il Centro Sociale Villa Torchi nella ‘Casa del Custode’ messa a disposizione dall’amministrazione Comunale.”

Ma proprio accanto al centro autogestito dagli anziani di Corticella, troviamo lo “Spazio Zeta”, un polo culturale rivolto ai minori, come un elastico sociale che si allunga e si restringe sulle fragilità del territorio. Il capofila è Arci, e i partner sono la Cooperativa Cidas e Aias Onlus. Le due operatrici che ci accolgono lavorano da tempo per Arci. Francesca Paternostro ha trentasei anni, da sette fa l’Educatrice, ed è la Coordinatrice del progetto Act. Sara Beretta, di trentadue anni, da cinque è anch’essa Educatrice di Arci, è quella che potremmo definire una “facilitatrice” delle attività rivolte ai minori. Le attività svolte – ci racconta Francesca – sono di vario tipo: due giorni vengono dedicati al supporto scolastico, di tipo didattico ed educativo, che si realizza con il sostegno ai compiti, ma anche con attività ludico-educative, per i ragazzi delle scuole medie.

Lo hanno chiamato “luogo in ascolto del territorio”, per bambini, giovani e famiglie, ecco che l’elastico sociale si allarga, nella logica dell’inclusività, dell’incontro, dello scambio e della crescita. “Durante gli altri tre giorni – continua Francesca – le attività sono libere, ma sempre all‘interno dei labooratori, dove, appunto, verranno inseriti i percorsi del progetto Act. Due di questi, svolti a suo tempo, cioè serigrafia e grafica, hanno prodotto come risultato il logo del centro di aggregazione, creato proprio dai ragazzi.”

FOTO: Spazio Zeta

Le connessioni territoriali

La Spazio Zeta è il fulcro di una comunità educante, guidata dall’alleanza tra la scuola e le altre agenzie sociali:“radicata in un territorio circoscritto, dove poter fomentare quegli elementi di appartenenza identitaria e spirito di comunità.

In questo antico borgo la rete costruita intorno al concetto di comunità si è dunque profilata: “Ci sono – racconta Sara – due interessanti connessioni con il territorio. La prima, è proprio dentro Villa Torchi, con le case di quartiere, progetto autogestito da anziani volontari. La seconda è la Rete in Gorki, di cui è capofila il MET, promosso da Cantieri Meticci.” Ma nel polo culturale di Villa Torchia vi è anche la presenza della Scuola Senzaspine, progetto legato all’Orchestra Senzaspine, grazie al quale vengono organizzati corsi di musica per ragazzi e adulti.

Però la comunità educante vuole spingersi oltre, cioè nell’accoglienza da chi arriva da fuori: “Attraverso la partnership con la cooperativa Cidas, – sottolinea Francesca – che gestisce dei centri di seconda accoglienza per minori stranieri non accompagnati, abbiamo come obiettivo quello di coinvolgere nelle nostre attività i minori che arrivano sul territorio bolognese.”

FOTO: Centro aggregazione

L’incontro con il progetto Act: favorire il senso di appartenenza al territorio

Il tema del progetto ACT, che l’Arci ha voluto riprendere dalle attività quotidiane a Villa Torchi, è quello di intervenire sulla povertà educativa, favorendo il senso di appartenenza di bambini e ragazzi, attraverso percorsi socio-educativi. “Sono dieci tra ragazze e ragazzi, – dice Francesca – ad essere protagonisti del progetto, la cui età varia dagli undici ai diciassette anni, le fascie d’età, cioè, che abbracciano la preadolescenza e l’adolescenza.”

La partenza delle attività è stata programmata per aprile, e la pianificazione sembra aver sposato perfettamente l’acronimo del progetto Arte Cultura Territorio: “La programmazione delle attività – continua Sara – riguarda tre percorsi formativi legati alle dimensioni artistiche, storiche e naturalistiche della città. Sono venti moduli, e ognuno di essi si sviluppa su otto incontri di tre ore, negli ambiti storico, naturalistico e artistico.”

Percorsi della memoria e integrazione civico-sociale

Sono percorsi della memoria e della conoscenza quelli che intraprenderanno i ragazzi del borgo di Corticella. Il percorso storico-culturale si svilupperà in undici tappe, con al centro luoghi emblematici della città: dalla salita alle torri a Palazzo Poggi, dal museo sulla realtà virtuale al tour dei murales, fino alla Mostra di Banksy, e altro ancora. Il percorso naturalistico invece si svilupperà tra ruralità e centri urbani: i trecento scalini di Villa Spada; il treno fino a Casalecchio e parco Talon a piedi; il parco di Villa Ghigi; il fiume a Marzabotto; la passeggiata lungo il Navile, fino al Ponte della bionda; l’oasi Lagoverde; l’orto botanico, e per finire il trenino per San Luca da Piazza Maggiore. Infine, il percorso artistico partirà a settembre, e per la sua realizzazione verrà coinvolto un formatore esterno, il quale insegnerà come trasformare il legno in prodotti artistici. Queste attività verranno espletate a Villa Torchi, e tutte le realizzazioni saranno esposte tra l’interno e l’esterno dello Spazio Zeta.

“Lavoriamo con ragazzi che soffrono le limitazioni economiche e sociali, – conclude Sara – e ciò determina una incapacità a cogliere quello che c’è oltre la propria quotidianità. Non avere accesso alle possibilità che la città mette a disposizione è di per sé un indicatore di povertà relazionale.”

Continua…

*Servizio Protezioni Internazionali di Asp Città di Bologna

Fonti: Storia e memoria di Bologna, geriatrico.com

Credit: Arci

Link

identità territoriale

https://www.storiaememoriadibologna.it/fonti-di-corticella-3505-luogo

autogestito dagli anziani

https://www.geriatriko.com/centri-sociali-anziani/centro-sociale-polivalente-villa-torchi

tema del progetto ACT

https://percorsiconibambini.it/act/2021/04/21/al-via-il-progetto-act-arte-cultura-e-territorio/

comunità educante

https://percorsiconibambini.it/act/2023/03/21/bologna-quando-minori-e-famiglie-guadagnano-spazi-sociali/

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