Povertà educativa minorile: il senso di una sperimentazione

di Con i Bambini

La povertà educativa minorile rappresenta oggettivamente uno dei problemi più gravi del nostro Paese. Non si tratta solo di una odiosa diseguaglianza, che sancisce immediatamente un’irrimediabile frattura all’interno del corpo sociale, ma anche un fattore che condiziona negativamente le complessive prospettive di sviluppo, non permettendo la crescita dell’intero Paese.

Il capitale umano è la leva su cui costruire credibili prospettive di crescita. È quindi sbagliato immaginare che le politiche di promozione del capitale umano e del capitale sociale abbiano il compito di “mettere riparo” alle diseguaglianze determinate dalla crescita economica.

È con queste premesse che va affrontato il tema della povertà educativa minorile, che non è solo povertà economica, ma impossibilità di accesso a beni, servizi e opportunità necessari alla crescita.

La povertà educativa, insidiosa quanto e più di quella economica, priva bambini e adolescenti della possibilità di apprendere e sperimentare, scoprendo le proprie capacità, sviluppando le proprie competenze, coltivando i propri talenti ed allargando le proprie aspirazioni.

La soluzione non sta solo nella scuola, ma in quella che possiamo definire “Comunità educante”: scuola, famiglia, sport, servizi, istituzioni, parrocchie ed altri luoghi e percorsi di aggregazione, insomma, tutto quello che ruota attorno alla figura del minore.

Per sperimentare una nuova modalità di intervento in tale ambito, è stato realizzato il Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile, che è destinato “al sostegno di interventi sperimentali finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori”.

Il Fondo è alimentato dalle Fondazioni di origine bancaria, che usufruiranno di un credito d’imposta e avrà una consistenza di 120 milioni di euro l’anno per tre anni. L’operatività del Fondo è stata assegnata alla nostra impresa sociale, interamente partecipata dalla Fondazione con il Sud al cui modello operativo si ispira.

Le scelte di indirizzo strategico sono definite da un apposito Comitato di indirizzo nel quale sono pariteticamente rappresentate le Fondazioni di origine bancaria, il governo, le organizzazioni del Terzo Settore e rappresentanti di Isfol e Eief – Istituto Einaudi per l’economia e la finanza. L’intervento si attua attraverso bandi di evidenza pubblica che prevedono un ruolo attivo di Enti del Terzo settore. Le azioni per contrastare la povertà educativa minorile non sono quindi affidate solo alla scuola, che pure è un partner indispensabile nei progetti, ma a soggetti vocati a promuovere percorsi di inclusione sociale e di rafforzamento delle comunità.

Nei giorni scorsi si è concluso il complesso iter di selezione delle proposte presentate sul primo bando, “Prima Infanzia” (0-6 anni); sono stati selezionati 80 progetti per un impegno complessivo di 62,2 milioni di euro.

Il secondo Bando, “Adolescenza” anch’esso rivolto alle organizzazioni del Terzo Settore e al mondo della scuola, si propone di promuovere e stimolare la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di dispersione e abbandono scolastici di adolescenti nella fascia di età compresa tra 11 e 17 anni. Sono in fase di valutazione le circa 800 proposte pervenute: i risultati definitivi saranno disponibili nei primi mesi del 2018, per un finanziamento massimo di 82 milioni di euro.

Il terzo bando, “Nuove Generazioni”, è stato pubblicato nei giorni scorsi, con scadenza 9 febbraio: esso vuole intercettare bambini e ragazzi di età compresa tra 5-14 anni. A disposizione un ammontare complessivo di 60 milioni di euro, in funzione della qualità dei progetti ricevuti. In tutti i bandi è previsto, ed è richiesto ai proponenti, un grande impegno per la valutazione d’impatto degli interventi.

Un grande sforzo, quindi, che sta mobilitando centinaia di organizzazioni del Terzo settore: una sperimentazione che potrà dare preziose indicazioni al laborioso meccanismo di individuazione e applicazione di nuovi, e più efficaci, modelli welfare.

 

[Questo post è stato scritto da Carlo Borgomeo, presidente di Con i Bambini: articolo originale su Huffington Post]

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